Come spiegare al bambino che ha un Disturbo dello Spettro Autistico?

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Come spiegare al bambino che ha un Disturbo dello Spettro Autistico?

I genitori di un bambino che ha appena ricevuto la diagnosi di autismo attraversano un processo che può essere considerato come quello del lutto, i tempi di questo processo possono variare e dipende da moltissimi fattori (età, personalità, ecc).

Esistono molti metodi per superare questo difficile processo, dalla consulenza professionale, ad altre famiglie che hanno vissuto la stessa esperienza. Un compito molto difficile da affrontare è quello di  dire al bambino che ha l’autismo.

 In questo articolo si vuole affrontare questo difficile compito dando una guida base. La famiglia, dietro la consulenza di professionisti, deve affinare il modello ed adattarlo nel miglior modo possibile al bambino e alle  sue caratteristiche.

Bambini e adolescenti con autismo:

Uno dei fattori più importanti è il binomio età/maturità. Questo vuol dire che possiamo avere un bambino con 10 o 11 anni, ma con un livello di maturazione molto basso, o avere un modello di comprensione come quello di un bambino di 5 o 6 anni.  Ciò non significa che non si rendano conto della sua diversità,  per rendere la spiegazione abbastanza comprensibile  è giusto utilizzare tutto il sostegno possibile, se il livello del linguaggio verbale non è molto ampio, è possibile utilizzare immagini o i metodi che sono stati usati per comunicare. Si deve spiegare questa differenza con molta calma, e bisogna sottolineare i lati positivi, in questo modo, la loro differenza non sarà percepita in modo negativo.  È consigliato:

  • Prendere il tempo necessario, non saturarlo con informazioni, è probabile che sia difficile processare tali informazioni;
  • Non dire al bambino che è malato, l’autismo non è una malattia e definirlo come tale comporta delle connotazioni negative;
  • Di fronte a situazioni difficili, è necessario che il bambino sappia che ha persone che lo sostengono e che non è da solo e, soprattutto che ha solo alcune cose che lo differenziano dalle altre persone;
  • Si può elaborare una lista che dimostri i suoi punti di forza e le sue debolezze, in questo modo il bambino si può riconoscere nella lista.

È molto importante avere il sostegno dei suoi coetanei, questo presuppone che essi siano stati adeguatamente informati delle differenze e lo vedano come una persona un po’ diversa, né peggiore né migliore. Il modello “fratello maggiore” dovrebbe essere inserito tra i compagni, questo porterà ad evitare il bullismo e altri tipi di molestie. Se si dispone di questo supporto “extra” tutto può essere più facile, questo processo può essere graduale.

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Quando il bambino ha un buon livello di maturità emotiva e cognitiva, noterà prima le sue differenze. Tra i 6 ei 10 anni il bambino inizierà ad essere consapevole della differenza, e pian piano che cresce questa sensazione può essere maggiore.

Questi bambini molte volte hanno partecipato anche sedute di terapia, logopedia, laboratori sociali, ecc, vale a dire una serie di “lezioni” che i suoi compagni non hanno fatto.

Non riuscire ad affrontare questo argomento con il bambino può favorire a sensazioni di tristezza, ansia, stress e egli può assumere alcuni comportamenti aggressivi, perciò è necessario che si affronti il prima possibile. In ogni caso, si usa un modello che riesca a spiegare in maniera comprensibile, anche se il bambino ha buoni livelli di comprensione non bisogna sottovalutare alcuni aspetti che possono influenzare il loro comportamento sociale come ad esempio  le regole del gioco, la comprensione di alcune situazioni,

Se il bambino ha un alto livello di funzionamento, può soffrire uno shock, è necessario che i genitori siano pronti a rispondere una serie di domande e gestire alcune reazioni. È indispensabile scoprire quanto sa il proprio bambino dell’autismo  in modo da contribuire a modificare o migliorare questo concetto, a volte si può seguire la linea di pensiero del proprio figlio:  “Alcune persone hanno un modo diverso di pensare …”, una semplice frase può essere un modo per iniziare. Si possono usare esempi o essi possono essere costruiti sugli interessi del bambino, in questo modo si può seguire il discorso di maniera comprensibile e familiare. È importante, una volta che il bambino comincia a capire la sua diversità, fargli sapere che non è proprio così diverso, in quanto ci sono molte più persone come lui.

Comprendere il concetto di “diversità funzionale” o “Disabilità”

Non è facile per un bambino capire bene questi termini. Utilizzare esempi di altre persone con diversità funzionale visibile per spiegare il concetto non è consigliabile, in quanto si vuole insegnare il rispetto per il diverso. Siamo tutti diversi in un modo o nell’altro, le nostre facce sono diverse, i nostri gusti sono diversi e il nostro modo di pensare può essere diverso  a quelli degli altri. Dobbiamo spiegarlo in maniera chiara senza farne un problema serio e senza discriminare.

Non usare definizioni che possano definirlo come indefesso; queste  portano da un lato, un sacco di tenerezza e desiderio di protezione in molte persone, in altri no, e per di più in alcuni porta solo segregazione, il bambino non ha bisogno né dell’uno né dell’altro, egli ha bisogno solo che sia accettato così com’è.  È importante che il bambino frequenti laboratori didattici dove egli imparerà le tecniche che contribuiranno a migliorare e superare alcune delle loro difficoltà e si ha modo di promuovere lo spirito di eccellenza con un modello positivo.

Fratelli:

I fratelli svolgono – o dovrebbero –  un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico. Normalmente i fratelli di persone con qualche tipo di diversità funzionale devono affrontare molte sfide fin da giovani, essi maturano più velocemente, hanno più responsabilità, senso di isolamento dai loro genitori o vergogna verso il fratello, e di conseguenza un senso di colpa per questi sentimenti negativi.

I fratelli devono conoscere i tanti “perché” della “differenza” di suo fratello, così essi saranno più proattivi, capiranno meglio la situazione e possono diventare potenti alleati. Ci sono molti casi di famiglie in cui i fratelli riescono a gestire meglio i capricci del fratello, o rendersi dei terapisti in momenti di necessità.

Questi fratelli possono essere bambini molto equilibrati e sereni se ricevono le giuste informazioni, sempre a seconda della loro età.  I genitori devono cercare di essere coerenti e dimostrare che tutti i figli hanno un ruolo importante all’interno della famiglia, egli si devono sentire protetti dai genitori e sicuri che possiedono le informazioni necessarie per affrontare meglio la convivenza con un bambino autistico.