Molte strade vengono intraprese sempre più spesso per cercare di aiutare i bambini con autismo sia in modo originale che efficace.
Uno splendido esempio dell’utilizzo dell’arte nella terapia per l’autismo è lo studio pilota che lo psicologo Marc Tassé, direttore dell’ Ohio State University Wexner Medical Center, ha portato avanti quest’anno.
Tassé ha trovato nelle opere di Shakespeare il ritmo, l’osservazione, il role playing e l’alternanza di turno alla base di ogni abilità sociale.
L’arte del narrare e del far vivere la prosa Shakespeariana è stata brillantemente utilizzata al fine di far apprendere al bambino autistico, in modo estremamente coinvolgente, le caratteristiche della comunicazione.
Anche l’esasperazione dell’espressività facciale e del tono vocale può aiutare il bambino nella comprensione dell’atteggiamento dell’altro.
Lo studio pilota è stato effettuato su 14 soggetti, e lo studio riporta come essi abbiano giovato di questa particolare tipologia d’intervento.
Ulteriori studi sono avviati alla ricerca di eventuali conferme dei positivi risultati dello studio pilota.
Questo articolo pone l’attenzione su come l’arte e la fantasia possano giocare un ruolo significativo nell’aiutare il bambino con disturbo dello spettro autistico ad apprendere tutte quelle competenze che sono fondamentali per un ottimale adattamento all’ambiente sociale.
Qui il link all’articolo in lingua inglese:
http://www.autismspeaks.org/science/science-news/shakespeare-therapy-autism