“I migliori medici per i nostri figli siamo noi”.
E’ il commento di una mamma che ha vissuto un’esperienza poco piacevole col figlio autistico e il mondo dei farmaci. La sua storia, pubblicata su un gruppo Facebook, ha destato commenti favorevoli ed altrettanti contrari rispetto alla forte affermazione che i genitori sono i migliori medici per i propri figli.
La storia della mamma di Andrea è la seguente:
“Tribolavo da mesi perché vedevo il mio Andrea non stare bene! Da gennaio ad adesso, sono stata da quattro medici psichiatri e neuropsichiatri. Non capivo perché soffrisse così: sudorazione improvvisa, agitazione continua, non riusciva a dormire più di cinque ore, poi appena alzato iniziava a camminare avanti e indietro. Spesso non era presente, gli parlavo e non mi guardava. Anche al centro diurno le operatrici erano preoccupate per il suo peggioramento. Andrea poi non riusciva nemmeno a mangiare da quanto era iperattivo: in pochi mesi ha perso 8 kg, era uno scheletro!”. Gli esami clinici, però, erano tutti negativi, “le risposte dei medici sempre la stesse: ‘è l’autismo, è l’età, è una brutta stereotipia’. A me però venne un dubbio: chiesi ai medici se potesse essere l’effetto paradosso del farmaco che stava assumendo”. I medici, però, lo escludevano categoricamente. “Mi raccomandarono di non sospenderlo, ma io, di testa mia, ho deciso di diminuire le dosi del farmaco, giorno per giorno: ora, da 15 giorni, lo abbiamo sospeso del tutto. E Andrea è rinato! Anche dal centro diurno mi hanno comunicato che sta molto meglio, che è tornato l’Andrea di un tempo: tranquillo, sereno, capisce subito il comando. Lui è rilassatissimo e io sono la mamma più felice del mondo”.
Insettopia a riguardo condivide un commento del Dottor Mazzone, neuropsichiatra e membro del comitato scientifico:
Gli psicofarmaci non curano l’autismo e come qualunque altro farmaco possono provocare effetti collaterali.
Tuttavia in alcuni casi il disturbo autistico si associa ad alcune condizioni psichiatriche come i disturbi d’ansia, la depressione, la schizofrenia e il disturbo ossessivo-compulsivo che peggiorano il quadro comportamentale.
In questi casi l’utilizzo dei farmaci può aiutare a migliorare tali sintomi in comorbidità. L’utilizzo di alcuni farmaci può inoltre essere utile in alcuni casi in cui si manifestano importanti crisi di agitazione psicomotoria con forme di autolesionismo.
Ogni persona autistica è diversa dall’altra e generalizzare è sempre sbagliato.
Molti comportamenti problema, che alcuni medici curano con gli psicofarmaci, potrebbero essere evitati semplicemente adottando o suggerendo adeguate strategie comportamentali e diffondendo una maggiore cultura dell’autismo anche tra gli addetti ai lavori.