La percezione alterata del tempo è stata storicamente considerata come una caratteristica, un segno distintivo del disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Recenti studi suggeriscono che il deficit di elaborazione temporale può essere anche una caratteristica del disturbo dello spettro autistico (ASD).
Tuttavia, vi sono attualmente poche informazioni circa i fattori che influenzano l’elaborazione temporale nei bambini con ASD.
Lo scopo di questo studio è di valutare gli effetti dei problemi di attenzione, memoria di lavoro (WM), età, e le loro interazioni, sulla riproduzione tempo in ragazzi con e senza ASD.
I ricercatori hanno chiesto a 27 ragazzi con ASD ad alto funzionamento e 25 coetanei con sviluppo tipico (età 9-17; 85% maschi), tutti dai 9 ai 17 anni di età, di misurare quanto tempo una lampadina brillava.
Ogni partecipante era seduto di fronte a due lampadine, dopo aver visto una lampadina accendersi per 4, 8, 12, 16, o 20 secondi doveva premere un tasto del computer per fare accendere la seconda lampadina per la stessa quantità di tempo.
Il deficit di attenzione è una caratteristica comune nell’autismo e può influenzare la percezione del tempo, i ricercatori hanno così chiesto ai genitori di compilare un questionario inerente al livello di disattenzione e iperattività del loro bambino. Inoltre hanno misurato la memoria a breve termine e di lavoro di ciascun partecipante, utilizzando un test standard per quoziente di intelligenza.
Tutti i partecipanti tendevano a sottostimare i tempi più lunghi e a sovrastimare quelli brevi, tali effetti sono apparsi più pronunciati nei ragazzi più giovani o in quelli con basse prestazioni nella WM. I sintomi di disattenzione / iperattività nel gruppo ASD non riguardavano né l’accuratezza né la coerenza.
Hanno scoperto che i bambini che hanno una scarsa memoria di lavoro sono meno in grado di ricreare costantemente intervalli di tempo, e questa associazione è più evidente nei bambini con autismo. Tuttavia, il deficit di attenzione non sembra influire sulle prestazioni sul compito.
Questo studio mette in evidenza il potenziale valore della percezione temporale come un rilevante tratto comune per molteplici disturbi dello sviluppo neurologico.
I loro risultati concordano con i risultati provenienti da diverse ricerche precedenti, tra cui uno studio del 2010 che ha trovato come le persone con autismo sono meno accurate rispetto ai coetanei a valutare la lunghezza di un periodo.
Questa tendenza può essere significativa al di là della percezione di che giorno è, può riguardare la capacità stessa di distinguere il giorno dalla notte. Alcuni spunti di futuri studi a favore della ricerca dei “geni orologio” nell’autismo, che regolano il sonno, la memoria, ad esempio, le mutazioni in due geni circadiani, NPAS2 e PER1, sono stati collegati all’autismo.
Coerentemente con questo, i bambini con autismo hanno spesso difficoltà con il sonno.