Numerose ricerche hanno dimostrato come l’alterazione delle competenze socio-comunicative sia una delle caratteristiche fondamentali dei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD). Molte di queste ricerche, che sono state effettuate sia attraverso studi di tipo comportamentale sia mediante studi di Neuroimaging, hanno spesso ipotizzato che vi sia un deficit nella capacità di esprimere e comprendere le emozioni da parte di soggetti con ASD.
Soprattutto gli studi di Neuroimaging hanno consentito l’esplorazione dei correlati neurobiologici di tale deficit di base nel riconoscimento e trattamento delle emozioni. La maggior parte degli studi si sono concentrati sulle risposte alle espressioni facciali, evidenziando in molti casi una ipoattivazione di alcune aree cerebrali, come il giro fusiforme e l’amigdala, che dimostrano come ci sia da parte dei soggetti con ASD una difficoltà nel riconoscimento delle emozioni nelle espressioni facciali.
Ricerche in quantità inferiore sono invece state condotte rispetto a come, queste persone, percepiscano le emozioni trasmesse da stimoli non sociali, come ad esempio la musica.
È stato studiato come, in soggetti con sviluppo tipico, la musica sia in grado di evocare e trasmettere emozioni positive e negative, forti e coerenti.
Questa capacità di elaborare gli aspetti percettivi ed emotivi della musica sembra esserci anche nei soggetti con ASD.
Anche se l’accesso ad una gamma completa di parole per descrivere le emozioni e l’analisi di alto livello dei propri stati emotivi risulta essere compromessa nei soggetti con ASD, le reazioni emotive alla musica sembrano dunque essere sostanzialmente conservate e simili a quelle dei soggetti con sviluppo tipico.
Prove emergenti sottolineano come gli stimoli musicali assumano un ruolo fondamentale nello studio sulla rielaborazione delle emozioni in soggetti con ASD a livello neurobiologico. Ricerche sulla risposta emotiva alla musica possono approfondire le conoscenze sulle basi neurobiologiche coinvolte nell’elaborazione delle emozioni nei soggetti con ASD, andando al di là del deficit che caratterizza questi soggetti.
Lo scopo di questa ricerca è stato dunque quello di indagare come gli individui con ASD elaborino le emozioni all’interno del dominio della musica, che rappresenta un’area di interesse e di abilità conservate in questi soggetti.
Nel tentativo di identificare i correlati neurali del trattamento delle emozioni negli ASD, soggetti con questo tipo di disturbo e soggetti con sviluppo tipico sono stati sottoposti ad una singola sessione di Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) durante la quale ascoltavano brani musicali che riproducevano sia estratti felici sia tristi. Nello specifico sono stati coinvolti nella ricerca 22 soggetti, di cui 8 con Sindrome di Asperger di età media di 23.4 anni e 14 soggetti che sono rientrati nel gruppo di controllo, con un’età media di 24.3 anni.
Considerando la possibile variabilità di preferenze musicali, i partecipanti sono stati invitati a selezionare i propri brani musicali preferiti, felici o tristi, che sono stati poi impiegati come stimoli nell’esperimento insieme ad altri pezzi musicali utilizzati in precedenti indagini. Ci si aspettava che stimoli auto-selezionati avrebbero migliorato la risposta emotiva rispetto agli altri brani musicali. In secondo luogo, per aumentare l’omogeneità del campione, sono stati inclusi nello studio solo i partecipanti con Sindrome di Asperger, che ha permesso di condurre l’indagine sugli individui con una diagnosi più chiara rispetto al disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato, e una sintomatologia meno grave rispetto ad autismo classico. Nel complesso, i risultati fMRI hanno indicato come durante l’ascolto di musica, sia felice sia triste, negli individui con ASD venivano attivate aree cerebrali corticali e subcorticali note per essere coinvolte nell’elaborazione delle emozioni. Un confronto tra partecipanti con ASD e con sviluppo tipico non ha evidenziato differenze tra i due gruppi nella loro capacità di identificare correttamente la valenza emotiva di brani musicali.
Sembra che, anche se gli individui autistici hanno deficit importanti nella lavorazione di complessi spunti emozionali all’interno del contesto sociale, la loro capacità di identificare adeguatamente il contenuto emotivo della Musica, “un complesso di stimoli affettivi non sociali”, sia in gran parte conservata.
I risultati degli studi fMRI hanno indicato che, durante l’ascolto della musica, negli individui con ASD vengono attivate regioni cerebrali note per essere coinvolte nella lavorazione della sintassi, degli elementi temporali, delle informazioni ritmiche e dell’intonazione, come il giro sopramarginale di sinistra, il giro temporale superiore e il polo bilaterale, l’area motoria supplementare e il cervelletto. Questi risultati sono in linea con gli elementi della letteratura che riportano capacità di percepire le strutture musicali e una maggiore sensibilità al campo musicale e timbrico nei soggetti con ASD.
Questo studio rafforza considerevolmente le conoscenze sui correlati neurobiologici attivati nei soggetti con ASD mentre rielaborano le emozioni. Precedenti studi si sono infatti concentrati su come vengono percepite le emozioni attraverso gli stimoli sociali, come ad esempio i volti, lasciando in gran parte inesplorati i correlati neurali delle emozioni veicolate da stimoli non sociali. Analizzando la risposta cerebrale affettiva alla musica, è stato evidenziato per la prima volta, come i diversi circuiti corticali e subcorticali sottostanti agli interessi e alla ricompensa risultino conservati in individui con ASD. Nonostante la percezione di emozioni generalmente ridotta di individui con ASD in situazioni sociali, è stato dimostrato che essi possiedono questa percezione relativamente intatta quando ascoltano la musica.
I risultati di questa indagine hanno permesso quindi di migliorare le conoscenze rispetto alle competenze emotive e ai deficit nei soggetti con ASD e fornire le basi neurobiologiche per gli interventi di musicoterapia che sembrano facilitare la comunicazione in questi pazienti.
La musica costituisce infatti un dominio di competenze conservate e di interesse ed è uno stimolo affettivamente molto forte e comprensibile che cattura e premia emotivamente gli individui autistici così come i soggetti con sviluppo tipico. Anche se la musica non ha una connotazione sociale primaria, può essere considerata come una forma non verbale di comunicazione in grado di trasmettere in modo coerente un significato affettivo, che può essere quindi utilizzato per facilitare la comprensione delle emozioni e di aumentare le competenze comunicative nei pazienti ASD.
I risultati completi dello studio si ritrovano nell’articolo: Caria A., Venuti P. e de Falco S., Functional and Dysfunctional Brain Circuits Underlying Emotional Processing of Music in Autism Spectrum Disorder, Cerebral Cortex Advance Access, May 6, 2011.
Per ulteriori informazioni contattare ODFLab – Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione
Primo articolo disponibile al link La Ricerca per individuare gli indicatori precoci nel ASD
Secondo articolo disponibile al link Aspetti della genitorialità in madri e padri con bambini con ASD
Terzo articolo disponibile al link Interagire con un bambino con un ASD: una sfida da vincere
Quarto articolo disponibile al link Attenzione e Percezione a stimoli visivi non sociali nel ASD: influenze del fattore gravità dell’autismo
Quinto articolo disponibile al link Riconoscimento delle emozioni veicolate dal movimento del corpo in bambinicon ASD