Ecco la storia di Andrea Paolucci, un ragazzo autistico che si è appena laureato a L’Aquila con 110 e lode, questa storia sta avendo un enorme risonanza nei social media. Riportiamo questo articolo non per esprimere un giudizio o un opinione in merito alla metodologia utilizzata ma per focalizzare l’attenzione sull’impatto che tali notizie possono avere nell’opinione pubblica. Sono passati anni da quel primo esame di didattica superato con un bel 28. Oggi Andrea Paolucci, ventottenne antrodocano diagnosticato autistico, raccoglie i frutti di tanto lavoro, fresco di laurea con 110 e lode in Scienze della formazione e del servizio sociale presso l’Università dell’Aquila. La tesi «La mia vita nel Pozzo» riporta l’esperienza di Andrea nel mondo di Facebook, dove il suo profilo conta quasi 500 amici.
Andrea non può parlare, eppure il metodo Woce, usato digitando parole con un computer,gli ha permesso di effettuare un percorso scolastico di eccellenza con il raggiungimento della laurea e non solo: la scrittura gli ha consentito una reale integrazione con i compagni di classe e una proficua inclusione relazionale, affettiva e sociale anche negli anni in cui sedeva sui banchi del Magistrale di Rieti. La scuola non ha certo sconfitto l’autismo di Andrea, ma ha costruito per lui nuove e inimmaginabili prospettive, ovviando all’inaccettabile assenza di comunicazione verbale. L’autismo è il peggiore degli handicap: pervasivo e diverso per ogni soggetto, permane tutta la vita e non ha una cura risolutiva. Emozionati e soddisfatti papà Virgilio e mamma Ines, che non si sono mai lasciati abbattere da chi, anni fa, diceva loro «non c’è niente da fare». «E’ stata abbattuta – dicono – l’ottusa convinzione che chi non comunica abbia enormi problemi relazionali o che l’autismo si combatta solo insegnando ad allacciarsi le scarpe e a cuocere zucchine». Grande soddisfazione anche per il professor Alessandro Vaccarelli e per il tutor universitario Karin Blasetti. Andrea Paolucci è promotore e fondatore della Onlus Loco Motiva che fornisce servizi per l’inclusione attraverso il centro diurno Sant’Eusanio ai Pozzi, dove sono attivi laboratori per avviare alla comunicazione persone con patologie autistiche. Andrea ha ripetuto più volte che vuole dimostrare di essere diverso da ciò che sembra. Il traguardo raggiunto lo aiuterà a disegnare un cammino che potrà essere percorso anche da chi oggi ancora non sa o non può parlare.
Di Daniela Melone dal Il Messaggero del 24-07-2014