Autismo, potenziale correlazione con lo zinco che regola la funzionalità delle cellule cerebrali

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In base ad una ricerca l’elemento aiuterebbe a mantenere integre le funzioni neuronali  e potrebbe rendere reversibile il percorso innescato dai geni.

Alla base dei disturbi dello spettro autistico ci sono mutazioni genetiche che hanno l’effetto di alterare la funzionalità delle cellule cerebrali. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Neuroscience, lo zinco avrebbe l’effetto di intervenire direttamente sulla funzionalità di queste cellule e potenzialmente invertire il percorso biologico avviato dalle mutazioni.

A giungere a questa conclusione, destinata ad alimentare forti dibattiti nella comunità scientifica, è stato un gruppo di ricercatori neozelandesi dell’Università di Auckland, nell’ambito di uno studio internazionale che ha coinvolto anche scienziati statunitensi e tedeschi.

Un legame già ipotizzato

Il legame tra zinco e ASD non è nuovo alla ricerca. Alcuni studi internazionali hanno dimostrato, in passato, che lo zinco ha un effetto regolatorio sulle cellule cerebrali e che queste possiedono normalmente elevati livelli di zinco.

In uno studio pubblicato nella prestigiosa rivista Scientific Reports, un gruppo di scienziati giapponesi ha evidenziato una generica carenza di zinco in un campione di 2 mila bambini affetti da autismo e disturbi simili, come la sindrome di Asperger.

Tuttavia non è ancora dimostrato se gli eventuali deficit di zinco possono essere una possibile causa oppure una conseguenza del disturbo dello spettro autistico.

Lo studio pubblicato sul Journal of Neuroscience si è focalizzato in particolare sulla proteina Shank3, localizzata nelle sinapsi delle cellule neuronali e associata a disturbi neuro-comportamentali come l’autismo o la schizofrenia. “I pazienti con modificazioni genetiche a livello della proteina Shank3 mostrano importanti deficit nella comunicazione e comportamentali. In questo studio abbiamo dimostrato che lo zinco può aumentare la comunicazione tra cellule presenti nella proteina Shank3” spiega Hohanna Montgomery, che sottolinea come questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni sia nel caso di persone ASD, sia nel caso di disturbi psichiatrici come la schizofrenia.

Ancora presto per le raccomandazioni

“Troppo zinco può risultare tossico, per questo è importante determinare i livelli ottimali per la prevenzione o il trattamento dell’autismo, cosi come determinare se lo zinco possa essere utile contro tutte le modificazioni genetiche che si manifestano dei pazienti autistici.” avverte Johanna Montgomery.

Tutte buone ragioni per attendere i risultati di ulteriori studi volti a indagare ancora più a fondo il potenziale legame tra un elemento della nostra dieta e i disturbi dello spettro autistico.

 

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