fbpx
mercoledì, Aprile 9, 2025
Home Blog Pagina 17

Autismo: CAA correlato a terapia cognitiva e comportamentale produce modificazioni alla sostanza bianca

0

Gli studi più recenti pongono le anomalie della sostanza bianca come fattore chiave nella fisiopatologia dell’autismo. Uno studio del 2011, attraverso la tecnica del DTI (Diffusion Tensor Imaging), ha indagato le proprietà strutturali della sostanza bianca in un campione di ventidue soggetti con autismo a basso funzionamento, sottoposti a interventi di comunicazione aumentativa alternativa a lungo termine, associati a sessioni di terapia cognitiva e del comportamento.

Ciò che è emerso è che le proprietà strutturali del fascicolo uncinato (Uncinate Fasciculus), sono correlate significativamente alla lunghezza e all’inizio tempestivo della terapia, così come il risultato clinico, indipendentemente dai valori di QI, età o severità dei sintomi, è correlato all’inizio della terapia.

Inoltre, l’aderenza alla terapia è collegata al risultato clinico migliore e all’integrità strutturale del fascicolo uncinato. I risultati mostrano la capacità di una riabilitazione a lungo termine di soggetti con autismo a basso funzionamento, di produrre modificazioni strutturali della sostanza bianca, che potrebbero di conseguenza giocare un ruolo nei risultati riabilitativi.

 

SCARICA ARTICOLO ORIGINALE

Una “Summer School” per affrontare l’autismo

0

Si è svolta a Camisano la terza edizione della “Summer School”, una iniziativa patrocinata dal Comune ed organizzata dall’associazione Camisanese ABAut, che proponeva cinque giorni di attività per persone affette da autismo.

L’associazione  ABAut  dal 2013 è il punto di riferimento per tutte le famiglie che si trovano a dover affrontare il problema dell´autismo o di un disturbo generalizzato dello sviluppo. Con questa splendida iniziativa finalmente i genitori hanno potuto avere risposta all’interrogativo che si ripresenta ogni estate: “Quali sono le attività alle quali può prendere parte anche mio figlio una volta finite le lezioni scolastiche?” Uno dei problemi delle persone con un disturbo dello spettro autistico infatti è mantenere una routine settimanale, routine che viene meno con il sopraggiungere dell’estate e la fine delle lezioni.

Attività svolte

Per una settimana, tredici bambini dai 4 ai 10 anni affetti da autismo, provenienti sia dalla provincia che da fuori, si sono riuniti per svolgere attività ginniche, manuali e ricreative nella scuola primaria di Santa Maria. I ragazzi sono stati seguiti da una decina di educatrici il cui compito è stato quello di portarli ad evidenziare i progressi svolti durante l´anno durante il quotidiano lavoro che svolgevano a casa con i rispettivi consulenti analisti.

Questa splendida iniziativa ha visto la supervisione di Francesca Degli Espinosa, analista comportamentale e ricercatrice di fama internazionale e il supporto di Roberto Tombolato, primario di neuropsichiatria di Vicenza.

La presidente di ABAut: Emanuela Gridelli completamente soddisfatta commenta: «I genitori sono stati molto contenti del lavoro delle educatrici, soprattutto per la supervisione di Degli Espinosa che ha consentito di valorizzare il lavoro svolto dai bambini durante l´anno».

Italia e Autismo, questione di cultura

0

Il principale problema delle persone affette da autismo in Italia è quello culturale, o meglio del vuoto culturale che permea le vite degli stessi e delle loro famiglie. Di autismo nessuno parla e quando se ne parla lo si fa a sproposito, in maniera superficiale, vedi il caso Mineo-Renzi.

Anche Nicoletti prende la stessa posizione dicendo: “Non è molto che mi occupo a tempo pieno d’autismo, pensavo di doverlo fare solamente per mio figlio, ma non mi basta più.- e continua dicendo – Non posso immaginare un futuro accettabile per Tommaso se non cambia la percezione generale rispetto all’autismo. Già sarebbe rasente ai limiti dell’impossibile riuscire a concretizzare per lui una vita più che appena dignitosa. Per un autistico in Italia non c’è altra speranza che quella di finire rinchiuso in una struttura che archivia malati psichiatrici di ogni tipo. Nessuno in Italia è stato ancora capace di diffondere nella percezione comune il concetto che gli autistici non sono soltanto “bambini autistici”, quei bambini crescono e crescono molto in fretta. Le loro famiglie hanno pochissimi punti fermi e quei pochi sono spesso vacillanti e danno loro risposte ambigue.”

Come si evince dalle parole di Nicoletti il supporto che ricevono i genitori e parenti di una persona con un disturbo dello spettro autistico certe volte non è sufficiente, infatti il “lavoro” di madre o padre di una persona con autismo è un impegno full time, 7 giorni su 7.

Questo impegno, già particolarmente oneroso, quando si ha un figlio è in tenerà età, aumenta in difficoltà con il passare del tempo portando la famiglia a dover gestire situazioni per le quali non sono pronti, senza l’aiuto da parte delle istituzioni.

Con il passare dell’età ed il sopraggiungere dell’adolescenza per alcuni genitori la situazione diventa addirittura critica, ne è un esempio il caso della mamma disperata che si trova ad affrontare da sola un figlio adolescente al quale non è mai stato insegnato un modo per scaricare la tensione e lo stress derivati da questo periodo di transizione.

Essere genitore è uno degli impegni più gratificanti e difficili della vita e nessuno insegna a diventare mamma o papà, a maggior ragione se si è genitori di un figlio affetto da autismo, ecco perché sarebbe opportuno che le istituzioni proponessero un percorso formativo adeguato. Appare scontata, anche ai non addetti ai lavori, la necessità di avere linee guida, o quantomeno un insieme di direttive più o meno standard per aiutare i genitori a scoprire qual’è il modo più efficace per approcciarsi a questa situazione così delicata.

Per Nicoletti: “Alla fine basterebbe poco: rendere obbligatorio il test precoce entro i 18 mesi e si avrebbero meno autistici adulti completamente non autosufficienti. Fornire alle famiglie le terapie comportamentali, le sole che è provato diano risultati. Formare operatori specializzati e introdurli al sostegno scolastico. Lavorare a una vera politica dì inclusione di questi soggetti che parta dall’autonomia dal monopolio familiare, fino a un progetto concreto per il “dopo di noi””.

Fondamentale insomma la tempestività della diagnosi e la strutturazione di un percorso formativo (a cura di un professionista) che può portare ad uno sviluppo di strategie di gestione dell’ansia, normalmente scaturita da situazioni stressanti aiutando così a raggiungere una maggiore autonomia sia percepita che effettiva da parte della persona che, se non incorre in situazioni eccessivamente stressanti riesce a mantenere uno standard di vita molto buono.

Catania, Convegno conclusivo “Autismo: buone prassi a scuola”

Vi segnaliamo il convegno conclusivo del Progetto Autismo e Integrazione Scolastica “Autismo: buone prassi a scuola”  che si terrà il prossimo 26 giugno alle ore 17:00 presso l’Auditorium Viale Nitta dell’Istituto Comprensivo Statale Enrico Pestalozzi di Catania.

Sarà presente nel ruolo di moderatrice la Dott.ssa Irene Russo, interverranno la Dott.ssa Mirella Costa (Fisioterapista ASP 3 Catania), il Dott. Santo Molino (Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Statale Enrico Pestalozzi), la Dott.ssa Laura Pepe (Pedagogista –  Presidente Associazione Special Children),  la Dott.ssa Monica Mangano (Psicologa – Vicepresidente Associazione Special Children), Maria Assunta  Di Dio (Insegnante Istituto Comprensivo Statale Pestalozzi), Roberta D’Agostino (Insegnante Istituto Comprensivo Statale Pestalozzi) e Nori Ricci (Insegnante Istituto Comprensivo Statale Pestalozzi).

 per info ctic86200l@istruzione.it

Morta Lorna Wing, la psichiatra che ha sfatato il mito della “madre frigorifero” e “battezzato” la Sindrome di Asperger.    

0

Se n’è andata Lorna Wing, la psichiatra inglese che ha dato un contributo fondamentale alla conoscenza e al trattamento delle persone con autismo nonché la prima, nel 1981, a classificare un sottogruppo di autismo definito da lei come sindrome di Asperger.

Fondatrice della “National Autistic Society” nel Regno Unito del 1962, la Wing riprese gli studi ormai dimenticati di Hans Asperger, un famoso pediatra austriaco che aveva individuato e studiato un gruppo di bambini accomunati da una serie di caratteristiche mai descritte negli anni prima ovvero negli anni Quaranta del secolo scorso.

 

Meriti

hans_asperger
Hans Asperger

La sindrome è stata battezzata “Asperger” in onore dell’intuitivo pediatra austriaco si caratterizza come una forma di autismo ad “alto funzionamento”  che non comporta ritardi nello sviluppo cognitivo e del linguaggio ma una persistente compromissione delle interazioni sociali insieme a schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati e allo sviluppo di interessi molto ristretti.

“È stata una vera pioniera nel campo degli studi relativi all’intero spettro autistico – commenta Giovanni Valeri, neuropsichiatra presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma –. È suo il merito di aver attuato le principali rivoluzioni nella conoscenza dell’autismo”.

 

Primi studi

Leo Kanner

Negli anni Settanta la Wing condusse infatti , nei dintorni di Londra, un primo studio epidemiologico riuscendo a sfatare l’idea di Leo Kanner (contemporaneo di Asperger e il primo ad utilizzare il termine “autismo”). Questa teoria prevedeva che la patologia fosse spesso associata a un’intelligenza sopraffina e alla presenza di genitori freddi e distaccati. Lo studio condotto dalla Wing mise infatti in evidenza tre punti fondamentali:

  1. L’autismo nel 70% dei casi si associa a ritardo mentale,
  2. Non dipende dalle caratteristiche della madre.
  3. Interessa tutti gli strati sociali.

“Insomma Lorna Wing — commenta Valeri— con il suo lavoro è riuscita a dare un contributo enorme alla pratica clinica, sfatando concetti pericolosi”.

 I genitori “riabilitati”

Primo tra tutti il concetto di “madre frigorifero”, introdotto proprio con questi termini, negli anni Sessanta, da Bruno Bettelheim responsabile non solo di aver colpevolizzato intere generazioni di genitori, ma anche di aver minato alla radice la fiducia tra famiglie e i medici.

Grande il cordoglio espresso sulla pagina Facebook della National Autistic Society. Tra i primi a commentare l’accaduto un suo ex paziente, Ben che riporta “Ho conosciuto Lorna nel 1992 ed è stata lei a diagnosticarmi la sindrome di Asperger. Era una persona veramente speciale per me e la mia famiglia. Ci ha fatto capire cos’era la sindrome di Asperger e come condizionava le nostre vite. Era una donna gentile, affabile e piena di premure che abbiamo imparato ad amare e ad ammirare Siamo profondamente addolorati dal fatto che il mondo abbia perso una persona speciale come lei”.

Vogliamo ricordarla com’era : una donna umile e dedita al suo lavoro, riportiamo di seguito l’incipit nel libro di Adam Feinstein “Storia dell’autismo, conversazioni con i pionieri” in cui scrive: “Nulla è completamente originale. Tutto è influenzato da ciò che è stato prima”. 

 

Autismo tra cause genetiche e ambientali, nuovi studi cercano di scoprirne le traccie in gravidanza

0

Arriva dalla Svezia la nuova ricerca che sembra provare che le cause dell’autismo sono per metà ambientali e per metà genetiche.

Il mistero che riguarda le vere cause dell’autismo è tra gli elementi che più di tutti risulta essere un ostacolo alla comprensione, non solo della sua origine, ma anche della sua terapia.

L’autismo è classificato come un disturbo pervasivo dello sviluppo, che viene diagnosticato in base ad anomalie manifestate dall’individuo in diversi ambiti: interazione sociale, comunicazione e specifici schemi comportamentali.

La diagnosi di ‘autismo avviene solitamente non prima dei quattro anni di età, i primi segni si manifestano già durante i primi due anni.

Uno degli indicatori precoci che si stanno studiando negli ultimi anni è il pianto (Esposito et al, 2008; Venuti et al 2007), questo studio sembra evidenziare che vi sono delle differenze percettibili a livello sonoro tra il pianto di bambini con sviluppo tipico e bambini che con molte probabilità riceveranno una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico

 

Cause ambientali o ereditarie?

Sull’origine dell’autismo le teorie e le ipotesi sono molteplici, ma nessuna sembra essere quella definitiva. La natura del disturbo è da andare a ricercare di sicuro sul fronte neurobiologico infatti sotto questo aspetto troviamo i risultati, diffusi in questi giorni di uno studio condotto in Svezia, che attesterebbe come a provocare l’autismo le cause sarebbero per metà genetiche e per metà ambientali.

I soggetti presi in esame sono due milioni di persone in Svezia, in un periodo di tempo che va dal 1982 al 2006.
Dallo studio, pubblicato anche dal The Journal of the American Association, è emerso che i bimbi con un fratello o una sorella affetti da autismo rischierebbero 10 volte di più di essere colpiti dalla patologia, e avrebbero il 50% delle probabilità se hanno un cugino che soffre di autismo. C’è dunque un nesso tra autismo e fattori ambientali esterni. Qui entra in gioco l’epigenetica: si riferisce ai cambiamenti che influenzano il fenotipo (ovvero la manifestazione) senza andare ad alterare il genotipo (ovvero il corredo genetico)

 

Segnali di autismo in gravidanza?

Abbiamo anticipato prima che la diagnosi di autismo arriva intorno ai quattro anni di vita, ma se fossero già presenti segnali di autismo da molto molto prima?

Uno studio inglese promosso dal King’s College, dall’Imperial College e dalla Oxford University ipotizza che possano esserci primi segni di autismo fin dalla nascita, addirittura durante la gravidanza.

Per indagare su questa ipotesi è stato approntato un progetto, di cui parla la rivista Mit Technology Review, che avrà un raggio di azione di sei anni e per il quale si stanno raccogliendo volontari. In questo arco temporale saranno effettuate misurazioni con una serie di risonanze magnetiche su 500 feti a partire dal terzo trimestre di gravidanza e su mille bambini appena nati. Il campione sarà composto da figli di persone con parenti prossimi affetti da autismo, le risonanze saranno poi comparate con quelle di bambini autistici per valutarne differenze o congruità.

Dal MUSE Fablab e Needius, l’evoluzione della tovaglietta in CAA

0

Ecco qui il lavoro di Maddalena Sommadossi!

Maddalena sta sviluppando una tesi di laurea in Interfacce e tecnologie della Comunicazione insieme al MUSE FabLab e a Needius – Technologies for special needs.

Il lavoro è quello di evolvere la tovaglietta da ristorate in CAA realizzate in occasione della Giornata Mondiale dell’autismo e prese in dotazione anche da Eataly Bologna e altre diverse realtà.

Di seguito una piccola preview Work in progress della la creazione di una tovaglietta interattiva che faciliti la comunicazione in persone affette da autismo. I riquadri di alluminio ritagliati ed incollati su un foglio lucido fingeranno da sensori capacitivi: sfiorandoli la tovaglietta sarà in grado di parlare e comunicare a terzi.

Per approfondimenti —->l Fablab MUSE

Un videogioco per provare a capire l’autismo

0

La cosa probabilmente più frustrante per un familiare o una persona che vive a fianco di un soggetto autistico, è il fatto di non riuscire ad immaginare come egli percepisce la realtà e gli stimoli esterni, che sono a tutti gli effetti il “campo di battaglia” nel quale la persona con autismo si trova ad annaspare.

Gli stimoli visivi, sonori e in generale le esperienze sensoriali, sono vissuti da una persona affetta da autismo in maniera diversa rispetto alle persone senza questo disturbo: solitamente amplificata e distorta, provocando in loro quelle reazioni comportamentali che conosciamo.

Per provare a capire quindi cosa provi il soggetto autistico in una situazione, di quello che per noi è quotidianità ovvero la presenza di stimoli visivi e sensoriali, c’è la possibilità di utilizzare simulazioni video create appositamente.

In particolare il videogioco “Auti-sim”attraverso immagini sfocate e grida distorte di soggetti vuole simulare il fenomeno dell’ipersensibilità, tipica di molti disturbi dello spettro autistico.

 

Caratteristiche del videogioco

Nel videogioco, il giocatore si può muovere all’interno di un parco giochi vivendo gli effetti dell’ipersensibilità in prima persona con le relative distorsioni audio e video, che possono, in parte, farci sentire come stimoli esterni siano percepiti e impattino sulla vita di un soggetto autistico.

Nel videogioco ci si muove all’interno di un parco insieme ad altre persone e man mano che il monitor si avvicina a queste le immagini si sfocano e i suoni diventano più taglienti. Tutto riproduce le sensazioni che un autistico dovrebbe provare nella sua vita quotidiana.

“Le persone rimangono sorprese quando giocano con Auti-sim, perché usandolo capiscono l’impatto sensoriale che può avere”, spiega Robyn Steward, che ha una forma di autismo e offre seminari sul tema.

L’esperto spiega che il gioco cerca di fornire un quadro della condizione di una persona con autismo, nel tentativo di sensibilizzare la gente nei confronti dei sentimenti di coloro che ne soffrono.

L’autismo non è l’unico handicap che è stato ricreato virtualmente. “Depression Quest”permette ai giocatori di provare per un momento il disagio di una persona affetta da disabilità mentali. Un altro gioco della BBC riproduce invece la sensazione della dislessia.

Qui sotto il video del gioco

 

Autismo – Attività all’aria aperta 4PressPlay a Roma

È in arrivo per l’estate 4PressPlay, un contenitore di attività equestri, agricole e fisiche nella natura del “Nomentano Jumping Team” per riempire il vuoto che si genererà nella vita dei ragazzi coinvolti nel disturbo dello spettro autistico con la fine della scuola e l’inizio delle ferie estive. L’iniziativa in questione parte il 23 Giugno ed è promossa dall’associazione di genitori di adolescenti autistici, ‘L’Emozione non ha voce’, a Roma in Via Nomentana 1563 (appena fuori il GRA), dove già realizzano i progetti “Cavalcando l’Autismo 2014” e “Cantiere 2014”.

“Il nostro obiettivo è quello di continuare a seguire i nostri ragazzi e tutti gli altri che si uniranno a noi, per evitare che i progressi che hanno conseguito nel corso di questa stagione si disperdano“, affermano i papà. Le attività proposte partiranno il 23 giugno, e coinvolgeranno per quattro settimane i partecipanti dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16, con un ciclo settimanale di attività così strutturato: il lunedì ginnastica, orto, laboratorio artistico e giochi in acqua; martedì equitazione, laboratorio ambientale e giochi in acqua; mercoledì cantiere, pet therapy, laboratorio di ‘Piccola Fattoria’ e giochi in acqua; giovedì ginnastica, equitazione, laboratorio artistico e giochi in acqua; venerdì piscina, orto, pet therapy e laboratorio di ‘Piccola Fattoria’.

Le attività saranno svolte con il supporto, controllo e aiuto da parte di operatori che già fanno parte dei “nostri progetti per eliminare discontinuità nella gestione dei ragazzi e dando loro maggiore serenità. Per ottenere
questo risultato – spiega la Onlus – il numero dei ragazzi che parteciperanno dovrà essere compreso tra 8 e 12 così da mantenere il rapporto operatore-ragazzi di uno a tre“. I papà garantiscono: “Merende e pranzo (caldo) lo
forniamo noi, abbiamo solo bisogno di sapere eventuali allergie, celiachia o altre limitazioni“. Per avere maggiori informazioni sui costi e per la pre-iscrizione e’ possibile chiamare uno dei papa’ promotori, Fausto Linari al 334 276 9587.

Fonte

Autismo, Mineo e Renzi a confronto

0

La vicenda del senatore Corradino Mineo che ha definito il Presidente del Consiglio come : “un ragazzino autistico che vorresti proteggere perché tante cose non le sa” ha fatto il giro del web.  Le sue ragioni politiche sono state spazzate via da un infelice (o meglio, inappropriata) battutaccia sui bambini autistici.

La vicenda

La recente vicenda del senatore democratico Corradino Mineo è decisamente emblematica: oppositore della nuova legge elettorale e per questo defenestrato da Matteo Renzi in commissione Affari Costituzionali, Mineo era diventato l’eroe dei duri e puri anche all’interno del Partito Democratico. Alla fine arriva lo scivolone, incredibile per un uomo di comunicazione come lui: l’ex direttore di RaiNews . Questa è stata la dimostrazione di come si riesca a perdere clamorosamente con un solo colpo da maestri. Così Renzi, in Assemblea Pd, ha demolito il giornalista su questa battuta.

Renzi replica

Matteo Renzi replica: “Di me dite quello che vi pare, ma chi ieri ha detto che sono un ragazzo autistico ha offeso milioni di famiglie che soffrono. Toccate pure me, ma giù le mani dai ragazzi disabili perché non conoscete la sofferenza”.

Le scuse di Mineo

Mineo poi si è scusato: “Ieri sera, stanco e provato, ho detto cose che non avrei dovuto. Durante la presentazione di un libro di Civati, ho paragonato Renzi a un bambino autistico, nei confronti del quale si prova affetto e voglia di protezione ma che ti sorprende per la straordinaria capacità di risolvere un’equazione (in questo caso politica) molto complessa.”

Lascia il lavoro per diventare il tutor del figlio affetto da autismo

0

La notizia che ha commosso il web: Vincenzo D’Aucelli da Bitonto (BA) decide di rimettersi a studiare per aiutare suo figlio Giulio, di 15 anni, affetto da autismo ad alto funzionamento. Il signor Vincenzo si è laureato in Farmacia, ha lavorato per 31 anni come informatore scientifico e in settembre, dopo aver conseguito una seconda laurea (in Scienze della formazione), ha deciso di abbandonare il lavoro per poter assistere il figlio anche durante le ore scolastiche. Vincenzo ha deciso di comunicare la sua esperienza e quella di Giulio, lui vuole far sapere che a un bambino autistico non basta quel che oggi mette a disposizione la scuola, serve un’assistenza continua, il corrispettivo di un lavoro full time.

Le parole del papà

Intorno ai due anni, Giulio ha cominciato a parlare, anzi a lallare, poi ha smesso: notavamo dei comportamenti strani, si isolava nel gioco, era troppo tranquillo e aveva problemi di sonno. Tanti piccoli segni…” Il disturbo autistico viene diagnosticato subito, quello che i medici non capiscono è che non c’è nessun ritardo mentale: “Imparava le cose, anche se rimaneva la difficoltà nella parola e nell’inserimento sociale…”. Giulio frequenta le elementari con gli insegnanti di sostegno e gli psicologi i quali sono definiti come: “Molto bravi, ma sulla didattica lasciavano a desiderare, stavano in classe poche ore al giorno e ogni anno cambiavano, non potevano capire che i bambini autistici sono diversi l’uno dall’altro: spesso Giulio saltava le lezioni e quando faceva dei capricci o entrava in ansia, la scuola ci chiedeva di andare a prenderlo e noi dovevamo correre“.

Da un intuizione alla laurea

Se Giulio impara a scrivere lo deve a papà Vincenzo, che all’inizio lavora con lui intuitivamente, con pazienza e dedizione: “Per farlo scrivere gli tenevo le braccia sulle spalle, perché aveva la tendenza a sfuggire e ad alzarsi, ma tenendolo abbracciato mi accorgevo che si sentiva protetto. Poi a poco a poco gli bastava sentire la mano e infine solo un dito: era la tecnica del contenimento, che non sapevo neanche che esistesse”. Potrebbe sembrare un miracolo, ma non lo è. “Volevamo che continuasse a studiare e ci siamo detti che potevamo vivere anche con il solo stipendio di mia moglie, che insegna in una materna. Di solito i ragazzi autistici all’età di Giulio si ritirano e rimangono in casa, ma io sentivo che con me a fianco mio figlio poteva farcela […] Con la mia nuova laurea, ho chiesto al preside della scuola se potevo essere io l’insegnante di sostegno di mio figlio, mi ha risposto di sì. Sapevo che nessuno poteva aiutare Giulio meglio di me. I docenti sono stati molto comprensivi, disponibilissimi ad accoglierci. Gli insegnanti e i ragazzi sono grandiosi: capiscono, si sono abituati ai suoi gridolini e ai suoi commenti, Giulio li bacia e li abbraccia in continuazione, e io sono diventato il tutor anche dei suoi compagni. Solo chi non lo conosce ha paura, ed è comprensibile, perché è grande e grosso. In casa lo chiamiamo il rompiballe, perché a volte grida e strepita come un bimbo di 5 anni.

I risultati ottenuti

Adesso papà Vincenzo passa l’intera giornata con Giulio tra i banchi di scuola: si sorprende, ma neanche troppo, a scoprire che suo figlio ha ottimi voti e persino 9 in matematica, materia da sempre ostica per gli italiani. Un’altra cosa che lo sorprende molto è il fatto che quando Giulio salta un giorno di scuola, i suoi compagni gli chiedano dove sia, dimostrando un notevole interesse nei suoi riguardi. Il ragazzone, di quasi 80 kg, va in gita scolastica (sempre accompagnato dal padre), fa i compiti sia  a casa che in classe seguendo il programma paritario. Certe volete entra in affanno e chiede a papà di stringergli una mano “forte, più forte” per sentirsi sicuro e Vincenzo, grazie a questa scelta è li per dargli una mano, in tutti i sensi. “L’altro giorno mi sono ritrovato in ginocchio davanti a lui, che doveva affrontare un’interrogazione di francese e ha cominciato ad agitarsi, bisogna solo calmarlo, stargli vicino. “È dura, avrei preferito continuare a fare l’informatore scientifico, ma noi vogliamo che Giulio viva una vita normale”. Non solo durante le ore di scuola: il pomeriggio la piscina, oppure la palestra, il cavallo, il pianoforte. Sempre con papà Vincenzo. “Sono attività che gli servono a scaricare la sua enorme energia fisica”. La domenica, il cinema, qualche volta una pizza la sera. Una vita (quasi) normale. La frase più frequente sulla bocca di Giulio ora è: “Sono felice”.

Google punta alla ricerca sull’autismo

0

imageArriva da oltreoceano la notizia del giorno: Google punta alla ricerca sull’autismo.

L’azienda di Larry Page e Sergej Brin (in foto) si unisce ad Autism Speaks, ovvero la più grande organizzazione per la ricerca sulla malattia che svolge periodicamente attività di sensibilizzazione rivolte alle famiglie, ai governi e all’opinione pubblica.
Il colosso di Mountain View e Autism Speaks daranno vita a una partnership per un progetto finalizzato ad ospitare il sequenziamento di 10.000 genomi e altri dati clinici di bambini affetti da autismo, dei loro fratelli e dei loro genitori.

 

Qualche informazione

Il sequenziamento, per chi non sapesse, è il processo per la determinazione dell’ordine dei diversi nucleotidi (ovvero monomeri costituiti da tre sostanze: una base azotata, uno zucchero, un gruppo fosfato) questi presentano strutture simili in situazioni di normalità, mentre se presentano alterazioni queste possono manifestarsi sotto forma di un disturbo, come nel caso della Sindrome di Down detta anche trisomia 21, infatti presenta una terza copia appunto del trisoma 21.

Grazie a questa collaborazione verrà creata la banca dati più grande del suo genere, completamente aperta a chiunque decidesse di accedervi. Una volta ultimato il progetto persino i ricercatori di altri istituti che non dispongono di sistemi informatici necessari per poter condurre studi di genomica per conto proprio potranno accedere a
questo database.

 

Storia

Un progetto perfettamente in linea con la “mission” dell’organizzazione fondata nel 2005 dal vicepresidente della General Electric, Bob Wright, dopo che al proprio primogenito era stato diagnosticato l’autismo.
Autism Speaks spera attraverso questa collaborazione di sfruttare la visibilità del colosso delle ricerche online per sensibilizzare sempre più persone sull’importanza della ricerca sul campo per l’autismo.

 

Una notizia sorprendente

Da un punto di vista tecnico-scientifico, il fatto di inserire le informazioni e gli strumenti di analisi sui server, forniti da Google appunto e rendere questi accessibili in remoto (elaborazione cloud), permetterebbe una maggiore nonché migliore collaborazione e cooperazione tra i ricercatori.
Questa è da definirsi come un’assoluta innovazione nel mondo della ricerca non solo sull’autismo. Si tratta, infatti, di un progetto che aspira ad accelerare anche lo studio sugli altri disordini dello sviluppo attraverso la genetica, indicata come la chiave di volta per comprendere il morbo d’Alzheimer, il cancro e, appunto, l’autismo.

 

Fonte

 

Studio evidenzia possibili effetti sulla esperienza relazionale condivisa

Questa scoperta fa riferimento, in particolare, a due delle caratteristiche principali dell’autismo che sono: la compromissione qualitativa dell’interazione sociale e della comunicazione.

 

La ricerca

La ricerca di Tsunemi K. et al. (2013) mette in evidenza la possibilità di migliorare la capacità di comprendere gli stati emotivi altrui in bambini di età scolare, con diagnosi di autismo, che hanno avuto esperienza intensa di lettura di testi narrativi, e sono stati esposti alla lettura di libri di storie da parte dei lori genitori per un periodo consecutivo dai 5 ai 6 giorni.

Lo sviluppo della Teoria della Mente è legato a due diverse capacità: il role-taking che può essere tradotto come “mettersi nei panni degli altri” ovvero l’abilità cognitiva di decentrarsi dalla propria posizione per assumere quella dell’altro e la perspective-taking ossia l’abilità di adottare la prospettiva altrui in tre dimensioni:

  • Percettiva (capacità di comprendere come gli altri possano percepire un oggetto occupando una dimensione spaziale diversa dalla propria);
  • Cognitiva (capacità di inferire le conoscenze, credenze, pensieri, motivazioni altrui) spesso sovrapposto alla capacità di role-taking;
  • Emotiva (capacità di comprendere gli stati emotivi altrui).

La compromissione della perspective-taking nei bambini con autismo coinvolge ciascuna di queste tre dimensioni.

 

Struttura e risultati della ricerca

I bambini, sia del gruppo sperimentale (con diagnosi di autismo) che quello di controllo (con sviluppo tipico), sono stati valutati sulla loro capacità di perspective-taking (dimensione percettiva, cognitiva ed emotiva) all’inizio dell’esperimento e dopo, nell’ultimo giorno, alla fine dell’esperimento. Questo per vedere eventuali miglioramenti della performance nei due momenti di norma denominati come T0 e T1 (rispettivamente il momento iniziale e quello dopo il “training”)

I risultati sembrano mostrare un miglioramento della dimensione emotiva della perspective-taking quindi, qualora i bambini con autismo facessero un’esperienza intensa di comprensione e condivisione di storie raccontate dal proprio caregiver, potrebbe accrescere e migliorare la capacità di comprendere gli stati emotivi altrui.

Da questa ricerca emerge che il ruolo del caregiver o del genitore nello sviluppo delle capacità e abilità dei bambini con autismo sono fondamentali.

Quindi trovare il tempo per leggere una storia o meglio piccoli episodi, raccontandoli ponendo attenzione ad enfatizzare l’espressione dell’emozione e proponendo al bambino quesiti (atti a stimolare la riflessione sugli stati mentali e la comprensione della motivazione dei personaggi) potrebbe diventare un notevole valore aggiunto al trattamento.

Fonte

Progetto dei 300 Giorni, Autismo in adolescenza tra ricerca e sperimentazione

Riportiamo di seguito il seguente evento: Progetto dei 300 Giorni, Autismo in adolescenza tra ricerca e sperimentazione

La Fondazione Giovanni Agnelli e l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna sono lieti di invitarla al seminario conclusivo del  «PROGETTO DEI 300 GIORNI» Autismo in adolescenza tra ricerca e sperimentazione

Dove e Quando:

Bologna, 11 giugno 2014 (ore 9.30-16.30) I.I.S.“Belluzzi Fioravanti” – Via G.D.Cassini, 3

Il Seminario

Il seminario si svolgerà secondo il programma che potrete trovare qui, insieme a un comunicato che riassume l’iniziativa.

Il Progetto dei 300 giorni ha dato vita a una sperimentazione importante, innovativa, che potrà servire da modello per essere replicata ed estesa ad altre situazioni e territori, permettendo così significativi progressi nella valutazione e nel miglioramento dell’autonomia degli studenti con disturbi dello spettro autistico al termine del loro percorso formativo dell’obbligo, con una più proficua interazione fra insegnanti, educatori, operatori sul territorio e famiglie.

Realizzato dal gennaio 2013 al maggio 2014, il Progetto dei 300 giorni ha coinvolto 36 ragazzi con disturbi nello spettro autistico in 27 scuole dell’Emilia-Romagna.

Flora batterica intestinale e autismo: nuove evidenze

La ricerca scientifica applicata ai disturbi dello spettro autistico sta fornendo informazioni di estremo interesse a partire dalla eterogeneità dei campi da cui proviene.
Come la ricerca possa aiutare la clinica nella diagnosi e nel trattamento dell’autismo è noto, ma come l’aiuto possa arrivare dai piccolissimi batteri che popolano l’intestino forse ciò può sorprendere.
In realtà la ricerca nel campo della microbiologia non è una assoluta novità, però è da rilevare che molte ricerche in tal senso vengano finanziate, segno che questo filone di ricerca si sta mostrando come proficuo nell’analisi dell’etiologia dei disturbi dello spettro autistico.

Il Dott. Kang della Biodesign Institute of Arizona State University porta avanti da tempo delle interessanti ricerche su come i batteri intestinali e la loro composizione possano dare informazioni sulla genesi dell’autismo.
Questi batteri tramite il loro metabolismo influenzano la produzione di enzimi e di altre sostanze nell’organismo, compresi i neurotrasmettitori.
La ricerca del Dott. Kang mostra come, confrontando la flora batterica di 23 bambini affetti da ASD con quella di 21 bambini con sviluppo tipico,si evince che la concentrazione di batteri risulti differente.
Esiste una differenza significativa in 7 gruppi di batteri tra i 50 rilevati.
“La maggior parte dei sette metaboliti potrebbero svolgere un ruolo chiave nel cervello come neurotrasmettitori o come controllo della biosintesi dei neurotrasmettitore”, dice Kang. “Abbiamo il sospetto che i microbi intestinali possono alterare i livelli di metaboliti legati ai neurotrasmettitori, che può alterare la comunicazione cellulare dei neuroni.”

Tutte queste informazioni,seppur preliminari, vanno verso la direzione di fornire potenziali bersagli per la diagnosi o il trattamento del disturbo dello spettro autistico 

 

Qui l’articolo in lingua inglese:
http://www.autismspeaks.org/science/science-news/autism-study-more-evidence-linking-altered-gut-bacteria-asd

Autismo – Campus di 5 settimane a Siracusa

Il 30 Giugno  a Siracusa si terrà un campus dedicato ai bambini autistici che dieci minori della provincia di Siracusa potranno frequentare nel periodo estivo.

L’iniziativa curata dall’Associazione Progetto Aita Onlus in collaborazione con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Asp di Siracusa diretto da Paola Iacono vedrà protagonisti i minori dai quattro ai diciassette anni.

La sede in cui si terrà il campus è il Centro Sportivo Sun Club di Siracusa sulla strada statale 124  per Floridia e vedrà i ragazzi coinvolti in diverse attività ludico-ricreative quali nuoto, tennis, calcetto e percorsi atletici volti a favorire l’integrazione fra i partecipanti.

 

Qualche informazione

Il Campus partirà il 30 giugno e avrà la durata di cinque settimane, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 1.  Ad accoglierli ci sarà un team di cinque tutor che accompagneranno i minori nello svolgimento delle attività giornaliere.

Presenti nel progetto saranno: il suo coordinatore, il neuropsichiatra dell’Asp di Siracusa Rio Bianchini coadiuvato dalla psicologa Corrada Di Rosa, dai tutor e dal personale Aita.

Importante sapere che la partecipazione al Campus è per i bambini totalmente gratuita e a tale scopo è stata organizzata una serata di beneficenza al Circolo del Giardino di Siracusa il 7 giugno per la raccolta fondi.

“Il Campus estivo – sottolinea il commissario straordinario Mario Zappia – rientra tra le varie iniziative educative e riabilitative nell’ambito dei disturbi autistici dislocati in tutta la provincia di Siracusa. Questo progetto ludico-sociale contribuisce a migliorare la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie che vivono la quotidianità di tali problematiche”.

Fonte

Autismo e Convegni – Tutti i Colori dello Spettro

Con La presente si ricorda agli interessati che tra pochi giorni a Roma (13,14,15 Giugno) si terrà il Convegno: Tutti i Colori dello Spettro, Nuove prospettive di Intervento per la nuova definizione diagnostica di Spettro Autistico. Qui trovate la Locandina

Siamo felici di comunicarvi che il convegno ha ottenuto il patrocinio di importanti enti ed associazioni tra i quali ricordiamo l’Istituto Superiore di Sanità, L’Ordine degli Psicologi del Lazio, La Società Italiana di Psichiatria, l’AIAMC e molte altre associazioni professionali.

Dettagli

Il convegno di 3 giorni per un totale di 22 ore formative, prevede la partecipazione di 20 relatori provenienti da tutta Italia con due ospiti francesi e per i professionisti è accreditato con 17,3 crediti ECM.

L´obiettivo è di condividere e formare i professionisti rispetto alla nuova definizione diagnostica di Disturbi dello Spettro Autistico presente nel DSM-5 alla luce della ricerca in campo biologico, medico, terapeutico ed educativo.

Particolare risalto sarà dato alle nuove scoperte relative agli aspetti socio-comunicativi e sensoriali così come a nuovi approcci terapeutici basati sull´evidenza scientifica.
Durante il convegno inoltre si spazierà dalle forme più gravi a quelle più lievi di autismo, si descriveranno diversi sottogruppi clinicamente significativi e lo sviluppo nel corso dell´arco di vita, dall´infanzia, alla scuola, fino all´età adulta.

Iscrizioni

Se volete iscrivervi come uditori: 129 euro con codice sconto: UDT010514

Nel caso foste professionisti ECM (17,3 crediti): 195 euro con codice sconto:  PROMO2014

Per iscriversi:

1) Andare sul sito: http://www.gruppofipes.it/gruppofipes/formazione/scheda_corso.php?categoria=1&corso=594

2) Spingere sul Pulsante blu “Acquista ora convenzionati/agevolati”

3) Inserire il codice sconto

4) selezionare “termina acquisto”

5) compilare la scheda d’iscrizione (ricordarsi di selezionare la professione o in alternativa “nessuno”, nel caso abbiate un’altra professione ma il sistema si blocca, selezionatene una qualsiasi e poi inseritela nel campo “altro”)

Durante il convegno ci sarà anche la proiezione del film “Le Mur” tradotto in Italiano e diverse testimonianze di persone adulte nello Spettro Autistico.

La sera del convegno i partecipanti potranno assistere gratuitamente allo spettacolo teatrale “Temple Grandin: il mondo ha bisogno di tutti i tipi di menti” e possono prenotare il posto al seguente link: http://www.spazioasperger.it/temple/

Fonte

Autismo e calcio al torneo di beneficenza “Goal For Kids”

0

Allo Stadio di Nova Gorica di Treviso si è tenuto il torneo di beneficienza “Goals For Kids”, evento ospitato dal Gruppo Hit che ha visto sfidarsi le stelle del calcio italiano, croato e sloveno e alcuni commentatori e giornalisti Sky, per festeggiare i 30 anni di attività nel settore gioco ed intrattenimento.papa francesco hugbike I proventi sono stati devoluti a due fondazioni che supportano ragazzi autistici tra cui la trevigiana “Oltre il Labirinto Olnlus” che ha presenziato all’evento con una delegazione di famiglie, portando in mostra Hugbike, il famoso tandem realizzato dai ragazzi autistici del Villaggio di Godega di Sant’Urbano (donato lo scorso aprile a Papa Francesco). Tra le star del calcio invitate anche Mancini, Materazzi, Pagliuca, Conti, Caressa, Pampa Sosa e Del Vecchio. Oltre al folto gruppo di calciatori e personaggi VIP invitati, i veri protagonisti della giornata sono stati i ragazzi autistici delle Onlus a cui verranno devoluti i fondi raccolti, composti dal ricavato della vendita dei biglietti per le partite, dalla donazione del Gruppo Hit e dalle offerte che gli ospiti hanno deciso di lasciare nelle apposite urne per la raccolta, presenti allo Stadio. Tra queste anche la trevigiana “Oltre Il Labirinto” ha partecipato all’evento con una delegazione di famiglie portando in mostra Hugbike direttamente sulla pista di atletica prima dell’inizio delle tre partite del torneo. La Fondazione di Treviso ha deciso di utilizzare la somma che le verrà assegnata per ampliare l’area ludica all’interno del Villaggio Godega 4Autism, il primo esempio europeo di cohousing per autismo.Bruno_Pizzul I calci d’inizio delle partite sono stati affidati al Presidente del Gruppo Hit Dimitrij Piciga, al Direttore Generale di Oltre il Labirinto Onlus e al Presidente della slovena OKO.  Come telecronista d’eccezione Bruno Pizzul, storico giornalista friulano il cui compito è stato quello di seguire il torneo in diretta colorando l’atmosfera con i fatti e curiosità come solo lui sa fare.

Autismo, mailbombing al Campidoglio per aiutare una “mamma disperata”

O muore lui, o muoio io”, minaccia Cristiana, che racconta di essere allo stremo delle forze”. Cerca qualcuno che aiuti suo figlio, diventato violento e ingestibile. 4mila le famiglie che si sono unite al suo grido di Redattore Sociale.

Questa “mamma disperata” ha un figlio che soffre di autismo di 19 anni, ogni giorno la pone di fronte a grandi difficoltà e lei decide di rispondere così: lancia un appello alle istituzioni, anche se in una città come Roma l’unica possibilità sembra essere un ex manicomio.

Gli aiuti della rete

Intorno a lei si stringe la rete: quella rete virtuale che sempre di più raccoglie e sostiene fatiche quotidiane di famiglie che vivono le conseguenze della disabilità del proprio figlio. L’aiuto reale prende la forma di “mailbombing”: definito come una forma di denuncia moderna, che sfrutta la tecnologia come mezzo di comunicazione pervasivo, capace di riunire la voce di tanti e farla arrivare direttamente al destinatario, che messo in una situazione tale non può semplicemente ignorare la richiesta. In questo caso le mail sono indirizzate al Campidoglio e alla Asl Roma B, mentre i destinatari di questo appello sono ben 4mila persone che si uniscono così all’appello di Cristiana Lucaferri, la mamma “disperata” del “gigantesco” Andrea, che da troppi mesi aspetta risposta.

Questo è un moto collettivo di solidarietà rilanciato da Gianluca Nicoletti su “Insettopia” e dal gruppo Facebook “Io ho una persona con autismo in famiglia”.

Nella mail inviata al sindaco Marino e alla direzione della Asl competente si legge: “Voglio esprimere tutta la mia indignazione per l’assoluto stato di abbandono in cui avete lasciato la signora Cristiana Lucaferri e suo figlio Andrea. Vi riteniamo sin d’ora direttamente responsabili di ogni grave cosa possa accadere a queste persone che per tanto tempo sono state considerate meno degli ultimi e abbandonate a loro stesse, colpite da uno stigma sociale gravissimo, generato proprio dalle istituzioni che avrebbero dovuto assisterle”. In un’intervista rilasciata alcune settimane fa, Cristiana infatti aveva detto in preda alla disperazione: “O muore lui, o muoio io”.

Il caso

La storia di Cristiana era stata raccontata circa un mese fa dal blog di Nicoletti “Miofiglioautistico”, che aveva ricevuto tramite mail il suo appello e lo aveva pubblicato: “Ho un figlio autistico di 19 anni e mezzo che non riesco più a gestir. È alto quasi 2 metri e pesa 135 kg. Fino a due anni e mezzo fa riuscivo a fargli fare molte attività era sereno e tranquillo: un figlio esemplare, oserei. Poi improvvisamente un’ulteriore e progressiva chiusura: non vuole più fare niente tranne andare per ore e ore in macchina.. 5, 6, 7 ore al giorno…Ma la cosa peggiore e terribile è che è diventato aggressivo: in macchina picchia e apre lo sportello, ma non sempre riusciamo a capire il perché. Non ho più una vita, sono praticamente tenuta in ostaggio da lui tutto il tempo, tranne quando dorme. Ho dovuto lasciare il lavoro, non posso andare da nessuna parte”.

Per questo motivo, Cristiana cercava “disperatamente un posto dignitoso dove possa stare, Roma o nei dintorni. O anche fuori regione, purché sia più adatto possibile alla sua problematica di autistico. Sono andata anche in un paio di associazioni specifiche per l’autismo, con la speranza di attuare qualche progetto adatto a questa situazione. Ma niente, mi hanno consigliato un periodo di allontanamento: non so se sia la soluzione migliore”.

Quel che Cristiana cercava, in realtà, era “un operatore che gli faccia da educatore per 5-6 ore al giorno, che possa aiutarmi e soprattutto aiutare mio figlio. Dove trovarlo? Come si fa ad averlo per così tante ore?”, chiedeva Cristiana. Che così concludeva la sua lettera : “Sono allo stremo delle forze, mi sento come una malata terminale”.

Risposte

La sola risposta ricevuta dalla mamma è quella che arriva da Silvia Perdichizzi, addetta stampa dell’assessore alle Politiche sociali Rita Cutini,  che ha fatto sapere che “conosciamo bene la situazione di Andrea, situazione che da un mese circa è alla nostra attenzione. Stiamo cercando di trovare delle soluzioni che possano dare un sostegno a lui e alla sua famiglia, pur non essendo semplice a causa dei tempi e delle situazioni createsi precedentemente al nostro arrivo. Per quanto riguarda l’assessorato di Roma Capitale ci stiamo muovendo su tre direttive: con la Asl, con il municipio di riferimento e anche nella ricerca di risposta di sollievo seppur temporanea. È chiaro che ci sono delle regole e delle maglie entro le quali dobbiamo muoverci ma speriamo di trovare al più presto una soluzione per Andrea e per tutte le situazioni emergenziali come la sua”.

Nessun riscontro, invece, né dal sindaco né dalla Asl, che ora vengono nuovamente interpellati da un coro di 4mila persone, affinché indichino una soluzione a questa famiglia e alle tante che, a Roma, vivono una situazione del genere. La situazione di Cristiana e di Andrea è simile a quella di tante famiglie che ogni giorno a Roma affrontano difficoltà e crisi che l’autismo impone. “Roma è una città fantastica – commenta Gianluca Nicoletti – e traboccante di spazi vuoti, purtroppo inutilizzati, messi a disposizione dei soliti amici o presidiati da preti e suore che non li mollerebbero per nulla al mondo. Sono convinto che questa città avrebbe risorse perché casi come quelli di Cristiana Lucaferri potessero trovare una corretta risposta istituzionale. La mia convinzione triste e desolata è che però a Roma l’autismo non venga considerato un problema su cui ci sia sufficiente convenienza politica per impegnarsi.

Fonte

 

Ragazzo autistico insultato e picchiato dalla maestra, chiesti 200 mila euro in risarcimento

0

Quanto può valere l’umiliazione di un ragazzino con disturbo dello spettro autistico? Quanto possono costare i calci, le parolacce e i ceffoni che uno studente autistico  ha preso dalle due maestre di Barbarano Vicentino?”Non meno di duecentomila euro”.

La stima è quella del padre della vittima ed è contenuta nel risarcimento danni avviata nei confronti dell’insegnante di scuola media Maria Pia Piron e dell’operatrice sanitaria Oriana Montesin, per chi non ricordasse hanno patteggiato per diciotto mesi di arresti domiciliari.

Il caso

Il caso era scoppiato nell’aprile del 2013 con l’arresto delle docenti,  avevano fatto molto clamore anche i video (girati dai carabinieri della procura grazie ad una telecamera nascosta) che mostravano le violenze al quale è stato costretto a subire.

Il quindicenne, vista la grave forma di autismo di cui soffre, si trovava a trascorrere la mattinata lontano dai compagni di classe, in una stanza in cui le due maestre, che avrebbero dovuto accudirlo, lo maltrattavano e lo umiliavano.

I filmati mostrano che Piron e Montesin si rivolgevano allo studente chiamando «porco schifoso» e «letamaio», e che lo picchiavano utilizzando forbici e righelli. Un incubo durato sei mesi e finito fortunatamente solo con l’intervento dei carabinieri e l’arresto delle insegnanti.

Nei mesi precedenti l’accaduto, prima di essere licenziata, la Piron si era vista sequestrare il Tfr e lo stipendio. Ora l’avvocato per famiglie Fernando Cogolato si prepara a presentare la richiesta della famiglia

Provvedimenti della famiglia

Il legale ha terminato di raccogliere la documentazione, comprendente una perizia medica dalla quale emerge l’impossibilità di capire fino in fondo quale sia la gravità del trauma inflitto dalle maestre. È stata chiesta una liquidazione del danno «in via equitativa» la cui entità sarà stabilita dal giudice ma che, secondo la stima della famiglia, dovrà ammontare a «non meno di 200mila euro» anche se quei soldi non restituiranno mai allo studente la serenità perduta in quei mesi di vessazioni.

«È una richiesta legittima, quella del padre: l’unico modo per vedere imposto un sacrificio, anche di natura patrimoniale, alle due donne che avrebbero dovuto proteggere e avere cura di suo figlio », assicura Cogolato. «Quel denaro servirà a far fronte alle spese che i familiari sono costretti ad affrontare quotidianamente a causa dell’autismo di cui soffre il ragazzino».

Ma questo è solo il primo passo, la famiglia si riserva di chiedere un risarcimento anche alla scuola (attraverso il ministero dell’Istruzione) e alla bidella Luciana Scottà, condannata in primo grado a 18 mesi per aver partecipato anche lei alle vessazioni.

Fonte