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“TERAPIA” in…VACANZA: in Trentino una vacanza terapeutica per autismo

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Un’iniziativa unica nel suo genere direttamente dal Trentino. Offrire una vacanza intensiva terapeutica per bambini con autismo e un’occasione per godere delle bellezze naturali di questa regione.

Considerando la recente letteratura internazionale da cui emerge all’unanimità che un intervento per i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico debba essere intenso e multidimensionale, ilLaboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento, diretto dalla dottoressa Paola Venuti, organizza per quest’estate due settimane intensive rivolte a bambini con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie per bambini dai 4 agli 8 anni. Le attività si svolgono all’interno di una “Scuola nel Bosco” aperta a tutti, dal 30 GIUGNO al 11 LUGLIO 2014 nell’altopiano di Folgaria.

 

Di cosa si tratta?

È un percorso d’intervento intensivo della durata di due settimane. Il progetto viene svolto in collaborazione con  l’associazione “il Cerchio magico” che organizza il “Campo Giovani 2000” (colonia estiva per bambini dai 4 agli 8 anni).

 

A chi è rivolto?

A bambini dai 4 agli 8 anni di età con una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico.

 

Quando?

L’attività si svolge nel periodo compreso tra il 30 giugno e l’11 luglio 2014.

 

Dove?

La struttura dove si effettua l’intervento si trova nel comune di Folgaria, centro turistico trentino, a 20 km dalla città di Rovereto. Arrivando dall’autostrada A22, prendere l’uscita Rovereto Nord, alla rotonda prendere la prima uscita (SP90) e proseguire verso Nomi e Calliano. Attraversata la borgata di Calliano immettersi sulla SS350 in direzione Altipiano di Folgaria e proseguire per località Serrada.

 

Cosa fa la famiglia e i fratelli?

I genitori, quando non saranno coinvolti nella terapia del figlio per due ore al giorno attraverso il Parent Training, hanno la possibilità di avere dei momenti liberi da spendere in un tipico luogo di vacanza; infatti,  il territorio dell’Altipiano di Folgaria permette a tutti gli appassionati di montagna di godere di vere e proprie bellezze naturalistiche. I fratelli dei bambini coinvolti nel progetto, possono partecipare alle attività ricreative offerte dall’associazione “il Cerchio magico” che organizza il “Campo Giovani 2000” all’interno della stessa struttura.

 

DETTAGLI E MAGGIORI INFORMAZIONI

Come spiegare al bambino che ha un Disturbo dello Spettro Autistico?

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Come spiegare al bambino che ha un Disturbo dello Spettro Autistico?

I genitori di un bambino che ha appena ricevuto la diagnosi di autismo attraversano un processo che può essere considerato come quello del lutto, i tempi di questo processo possono variare e dipende da moltissimi fattori (età, personalità, ecc).

Esistono molti metodi per superare questo difficile processo, dalla consulenza professionale, ad altre famiglie che hanno vissuto la stessa esperienza. Un compito molto difficile da affrontare è quello di  dire al bambino che ha l’autismo.

 In questo articolo si vuole affrontare questo difficile compito dando una guida base. La famiglia, dietro la consulenza di professionisti, deve affinare il modello ed adattarlo nel miglior modo possibile al bambino e alle  sue caratteristiche.

Bambini e adolescenti con autismo:

Uno dei fattori più importanti è il binomio età/maturità. Questo vuol dire che possiamo avere un bambino con 10 o 11 anni, ma con un livello di maturazione molto basso, o avere un modello di comprensione come quello di un bambino di 5 o 6 anni.  Ciò non significa che non si rendano conto della sua diversità,  per rendere la spiegazione abbastanza comprensibile  è giusto utilizzare tutto il sostegno possibile, se il livello del linguaggio verbale non è molto ampio, è possibile utilizzare immagini o i metodi che sono stati usati per comunicare. Si deve spiegare questa differenza con molta calma, e bisogna sottolineare i lati positivi, in questo modo, la loro differenza non sarà percepita in modo negativo.  È consigliato:

  • Prendere il tempo necessario, non saturarlo con informazioni, è probabile che sia difficile processare tali informazioni;
  • Non dire al bambino che è malato, l’autismo non è una malattia e definirlo come tale comporta delle connotazioni negative;
  • Di fronte a situazioni difficili, è necessario che il bambino sappia che ha persone che lo sostengono e che non è da solo e, soprattutto che ha solo alcune cose che lo differenziano dalle altre persone;
  • Si può elaborare una lista che dimostri i suoi punti di forza e le sue debolezze, in questo modo il bambino si può riconoscere nella lista.

È molto importante avere il sostegno dei suoi coetanei, questo presuppone che essi siano stati adeguatamente informati delle differenze e lo vedano come una persona un po’ diversa, né peggiore né migliore. Il modello “fratello maggiore” dovrebbe essere inserito tra i compagni, questo porterà ad evitare il bullismo e altri tipi di molestie. Se si dispone di questo supporto “extra” tutto può essere più facile, questo processo può essere graduale.

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Quando il bambino ha un buon livello di maturità emotiva e cognitiva, noterà prima le sue differenze. Tra i 6 ei 10 anni il bambino inizierà ad essere consapevole della differenza, e pian piano che cresce questa sensazione può essere maggiore.

Questi bambini molte volte hanno partecipato anche sedute di terapia, logopedia, laboratori sociali, ecc, vale a dire una serie di “lezioni” che i suoi compagni non hanno fatto.

Non riuscire ad affrontare questo argomento con il bambino può favorire a sensazioni di tristezza, ansia, stress e egli può assumere alcuni comportamenti aggressivi, perciò è necessario che si affronti il prima possibile. In ogni caso, si usa un modello che riesca a spiegare in maniera comprensibile, anche se il bambino ha buoni livelli di comprensione non bisogna sottovalutare alcuni aspetti che possono influenzare il loro comportamento sociale come ad esempio  le regole del gioco, la comprensione di alcune situazioni,

Se il bambino ha un alto livello di funzionamento, può soffrire uno shock, è necessario che i genitori siano pronti a rispondere una serie di domande e gestire alcune reazioni. È indispensabile scoprire quanto sa il proprio bambino dell’autismo  in modo da contribuire a modificare o migliorare questo concetto, a volte si può seguire la linea di pensiero del proprio figlio:  “Alcune persone hanno un modo diverso di pensare …”, una semplice frase può essere un modo per iniziare. Si possono usare esempi o essi possono essere costruiti sugli interessi del bambino, in questo modo si può seguire il discorso di maniera comprensibile e familiare. È importante, una volta che il bambino comincia a capire la sua diversità, fargli sapere che non è proprio così diverso, in quanto ci sono molte più persone come lui.

Comprendere il concetto di “diversità funzionale” o “Disabilità”

Non è facile per un bambino capire bene questi termini. Utilizzare esempi di altre persone con diversità funzionale visibile per spiegare il concetto non è consigliabile, in quanto si vuole insegnare il rispetto per il diverso. Siamo tutti diversi in un modo o nell’altro, le nostre facce sono diverse, i nostri gusti sono diversi e il nostro modo di pensare può essere diverso  a quelli degli altri. Dobbiamo spiegarlo in maniera chiara senza farne un problema serio e senza discriminare.

Non usare definizioni che possano definirlo come indefesso; queste  portano da un lato, un sacco di tenerezza e desiderio di protezione in molte persone, in altri no, e per di più in alcuni porta solo segregazione, il bambino non ha bisogno né dell’uno né dell’altro, egli ha bisogno solo che sia accettato così com’è.  È importante che il bambino frequenti laboratori didattici dove egli imparerà le tecniche che contribuiranno a migliorare e superare alcune delle loro difficoltà e si ha modo di promuovere lo spirito di eccellenza con un modello positivo.

Fratelli:

I fratelli svolgono – o dovrebbero –  un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico. Normalmente i fratelli di persone con qualche tipo di diversità funzionale devono affrontare molte sfide fin da giovani, essi maturano più velocemente, hanno più responsabilità, senso di isolamento dai loro genitori o vergogna verso il fratello, e di conseguenza un senso di colpa per questi sentimenti negativi.

I fratelli devono conoscere i tanti “perché” della “differenza” di suo fratello, così essi saranno più proattivi, capiranno meglio la situazione e possono diventare potenti alleati. Ci sono molti casi di famiglie in cui i fratelli riescono a gestire meglio i capricci del fratello, o rendersi dei terapisti in momenti di necessità.

Questi fratelli possono essere bambini molto equilibrati e sereni se ricevono le giuste informazioni, sempre a seconda della loro età.  I genitori devono cercare di essere coerenti e dimostrare che tutti i figli hanno un ruolo importante all’interno della famiglia, egli si devono sentire protetti dai genitori e sicuri che possiedono le informazioni necessarie per affrontare meglio la convivenza con un bambino autistico.

Il ruolo della tecnologia negli interventi di CAA – seconda parte

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Mettere le persone al primo posto: Ripensare al ruolo della tecnologia negli interventi di C.A.A.

Janice Light e David McNaughton

2° parte

Assicurare un adattamento appropriato Persona – Tecnologia:  Il processo di “feature matching” è riconosciuto come componente chiave della valutazione e del piano di intervento della CAA.  Attraverso questo processo il team deve valutare le abilità e preferenze dell’utente, considerando il suo ambiente e i suoi bisogni comunicativi, definendo le caratteristiche necessarie delle tecnologie CAA  (rappresentazione del linguaggio, display, feedback, metodi di accesso, ecc.,) per poter abbinarle nel migliore dei modi all’utente finale.

Scegliere una tecnologia CAA per la sua popolarità o per la familiarità che il professionista ha con essa può portare a un adattamento persona–tecnologia non ottimale. Questo può implicare diversi svantaggi per l’utente, che in questo caso, si vede forzato ad adattarsi alla tecnologia scelta e sostenere l’onere di costi addizionali e sostanziosi.

Questi costi di apprendimento sono maggiori quando si devono imparare delle abilità operazionali necessarie per usare la tecnologia scelta, come ad esempio i layout, l’organizzazione, le tecniche di selezione che non sono adatti alle abilità e bisogni degli utenti finali.

Assicurarsi che le nuove tecnologie CAA massimizzino le interfacce Uomo-Computer:  Esistono diverse tecnologie CAA in grado di adattarsi ai bisogni delle persone con deficit comunicativi. Con le nuove innovazioni nasce la necessità di costruire migliori strumenti tecnologici CAA e aumentare l’attenzione nella progettazione di interfacce che possano massimizzare le prestazioni degli utenti.

Norman dà un’idea della mancanza di considerazione dei fattori umani quando descrive la curva di progettazione di molte innovazioni tecnologiche. Inizialmente, i primi strumenti tecnologici erano sprovveduti e gli sviluppatori cercavano soluzioni innovative per i problemi complessi di progettazione. Ma, se  questi strumenti tecnologici godevano di un’adozione diffusa, era molto difficile di rimpiazzare i vecchi progetti con sistemi più efficienti (un esempio è la tastiera QWERTY, essa non gode di un design ottimale per la scrittura ma attualmente è molto diffusa). In alcuni casi  i progetti iniziali sono stati migliorati tenendo maggior considerazione dei fattori umani, purtroppo, in molti casi sono state aggiunte delle funzioni che hanno reso più complessi i diversi sistemi e hanno aumentato sia la richiesta cognitiva che la difficoltà dei compiti il che comporta l’abbandono del sistema;  ad esempio l’80% di applicazioni  scaricate vengono disinstallate dopo il primo uso.

Le persone senza disabilità possono scegliere di sforzarsi e imparare ad usare un’interfaccia o abbandonare l’applicazione. Una persona che necessita di qualche sistema CAA può avere a disposizione poche opzioni per andare in contro ai propri bisogni comunicativi.  Per queste persone, la mancanza di attenzione nei fattori umani durante la progettazione di strumenti tecnologici può significare la creazione di barriere insuperabili soprattutto per ottenere competenze operative e una comunicazione efficace.

Attualmente molte applicazioni per CAA riprendono i progetti originali della comunicazione aumentativa alternativa (libri dei simboli, schede, pecs, ecc). Recentemente i ricercatori e sviluppatori si stanno chiedendo se esistono dei modi alternativi per progettare tecnologie CAA che possano andare in contro, nel migliore dei modi, ai bisogni e alle abilità  dei soggetti con bisogni comunicativi complessi e migliorare i processi comunicativi. Di conseguenza bisogna ripensare alla progettazione di tecnologie CAA per assicurarsi che le rappresentazioni, organizzazioni, layout, tecniche di selezione e output possano riflettere i bisogni e abilità per quelli che le usano.

Uso di sfondi colorati nelle visualizzazioni a griglie: Nello sviluppo di tavole di comunicazione non elettroniche gli specialisti iniziarono a classificare i simboli per le caratteristiche in comune e ad utilizzare sfondi colorati per evidenziare questi raggruppamenti  (ad esempio usare uno sfondo giallo per le persone, verde per le azioni) in modo da facilitare la costruzione di messaggi più complessi.  Infatti, l’uso dello sfondo colorato è diventato una pratica diffusa in questo settore.

In una ricerca recente Wikilson e Coombs hanno provato che lo sfondo colorato non migliora l’ accuratezza e la velocità di localizzare i simboli per bambini con sviluppo tipico di  5 – 6 anni e che impedisca le prestazioni di bambini più piccoli a comparazione delle griglie senza sfondo colorato. Inoltre, si è verificato che il raggruppamento spaziale (con sfondo bianco) aiuta ai bambini a localizzare meglio i simboli.  Le ultime ricerche visive indicano che il colore ha un potente effetto nei processi d’elaborazione percettiva visiva.  Gli sfondi colorati possono distrarre i bambini dai contenuti importanti avendo notevoli ripercussioni sulla prestazione dei bambini. Quando ai bambini vengono presentati dei simboli con uno sfondo bianco, essi riescono a concentrarsi solo nell’importanza del simbolo.composizionemusicale

Layout verticali e orizzontali: la sfida di determinare un’interfaccia uomo – computer ottimale si estende a tecniche di selezione. La ricerca svolta da Costigan et al.,  dimostra che i layout organizzati verticalmente diminuiscono le richieste attentive dei bambini, quindi questo tipo di layout permette ai bambini di concentrarsi di più nei diversi compiti di selezione; i layout orizzontali o diagonali sono più dispersivi e allontana lo sguardo dalla linea media dello schermo.

Conclusioni: Non ci sono dubbi che le innovazioni tecnologiche offrono molte opportunità per i soggetti con bisogni comunicativi complessi, includendo livelli di comunicazione e networking che erano impensabili dieci anni fa. Le persone che usano tecnologie CAA le usano oggi giorno per l’educazione, trovare e mantenere un lavoro e partecipare attivamente nella comunità.

Nonostante il fascino delle nuove e potenti tecnologie, esiste il pericolo che le persone con bisogni comunicativi complessi siano costrette ad adattarsi alle richieste tecnologiche. Bisogna assicurarsi che la tecnologia risponda ai bisogni, abilità e preferenze degli utenti finali; inoltre, c’è il pericolo che l’intervento sia limitato solo a fornire il dispositivo senza prevedere il training appropriato e che non sia in grado di massimizzare le competenze comunicative.  I ricercatori e sviluppatori devono cercare di evidenziare i processi cognitivi, linguistici, sensoriali e motori dei soggetti con bisogni comunicativi complessi in una vasta gamma di età e disabilità, e poi usare questa conoscenza per indirizzare la progettazione di una nuova generazione di tecnologie CAA che possano rispecchiare le abilità, bisogni e preferenze degli utenti finali e permettano di raggiungere il loro pieno potenziale.

Potete trovare la prima parte dell’articolo qui: https://www.portale-autismo.it/caa/il-ruolo-della-tecnologia-negli-interventi-caa-parte/3251.html 

L’esercito israeliano arruola giovani autistici

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TEL AVIV. “Rain man” fa il militare: l’esercito israeliano ha deciso di continuare nell’arruolamento di giovani autistici in modo da avvalersi della straordinaria capacità visiva di alcuni di loro nell’individuare il più impercettibile cambiamento nelle immagini. La destinazione per queste giovani reclute è la prestigiosa “Unità 9900”, corpo di elite (e superspecializzato) dell’intelligence militare. Il suo compito, in base ai dati e alle immagini trasmesse dai satelliti israeliani in orbita attorno alla terra, è quello di fornire informazioni dettagliate e sensibili ai comandanti sul campo in modo da prendere le decisioni più appropriate. Il programma – nell’ambito appunto di un piano di inserimento nella società dei giovani autistici – è stato messo a punto dal Centro accademico Ono con il coinvolgimento dell’esercito e dopo aver ottenuto il parere positivo del capo del Mossad Tamir Pardo. Sono già quattro anni che Tzahal (l’esercito) va avanti sulla strada di arruolare giovani autistici: il primo di loro è stato Zohar Peer, 21 anni, che nel 2010 fu il primo ad indossare la divisa, con grande gioia sua e della famiglia, ricordarono allora i media. Ma risale allo scorso novembre – racconta un’inchiesta della tv Canale 10 – la scelta di impiegare alcuni di questi giovani nell’Unità 9900: questo grazie alla loro ineguagliabile capacità di analisti delle immagini, nonostante siano «in un punto elevato nello spettro della scala dell’autismo». I risultati – ha assicurato la tv – non sono tardati ad arrivare, dando così ragione ad una delle massime dello stratega e storico militare inglese sir Basil Liddel Hart, secondo cui «la più profonda verità sulla guerra è che l’esito delle battaglie è deciso dalle menti degli opposti comandanti e non dai corpi dei rispettivi soldati». Il lavoro dei giovani “Rain man” in divisa (titolo di un celebre film con Dustin Hoffman autistico dalla prodigiosa memoria matematica) consiste nello scandagliare immagini satellitari di strutture, zone, obiettivi, passate su un computer: il più delle volte le stesse ma con angolazioni e momenti diversi. E loro hanno mostrato di essere in grado di cogliere il più piccolo cambiamento che sarebbe sfuggito invece ad altri commilitoni. «In questo modo – ha affermato il loro comandante – salvano vite umane», visto che così le forze combattenti hanno in mano informazioni molto più precise e decisive. Nel corso dell’addestramento – della durata di alcuni mesi – alle giovani reclute viene insegnato come spostarsi in maniera indipendente tra la base e la casa in modo da farli sentire il più possibile autonomi e acquistare una maggiore fiducia nelle proprie possibilità. Un progetto che – a detta di Canale 2 – sembra accontentare molti: le reclute, che non si sentono più emarginate; le loro famiglie, che lottano contro la discriminazione sociale; l’esercito, che così ha acquistato elementi decisivi e i responsabili del centro accademico Ono, che vedono realizzate sul terreno quelle che prima erano solo teorie ed ipotesi.

FONTE

Autismo, Temple Grandin: Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente

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Temple Grandin, diagnosticata come autistica da bambina, parla di come funziona la sua mente e condivide la sua capacità di “pensare per immagini” che la aiuta a risolvere problemi che non sempre la mente neurotipica è in grado di cogliere. Temple Grandin sostiene che il mondo ha bisogno delle persone che rientrano nello spettro dei disturbi dell’autismo: pensatori visivi, pensatori schematici, pensatori verbali nonché di tutti quei bambini intelligenti che definiamo “geek”.

Il ruolo della tecnologia negli interventi di CAA – prima parte

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Mettere le persone al primo posto: Ripensare al ruolo della tecnologia negli interventi di C.A.A.

Janice Light e David McNaughton

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Riassunto: Le attuali tecnologie forniscono agli individui con bisogni complessi di comunicazione una vasta gamma di informazioni, modi per comunicazione e opzioni di social networking.

Introduzione:.I possibili benefici di queste tecnologie sono innumerevoli, offrono un supporto comunicativo per conoscere bisogni e desideri, sviluppare relazioni sociali e scambio di informazione veloce. Le tecnologie hanno modificato il modo in cui lavoriamo, comunichiamo, impariamo, interagiamo con gli altri, spendiamo il nostro tempo libero e come soddisfiamo i nostri bisogni diari.

Al fine di sfruttare il vero potere della tecnologia, gli educatori e i terapisti devono assicurare che gli interventi sono guidati, non dai dispositivi, ma dalle esigenze di comunicazione e che le tecnologie siano in grado di soddisfare l’area motoria, sensoriale, cognitiva e comunicative, cioè devono essere indirizzate a diminuire le richieste e aumentare la comunicazione. Gli strumenti tecnologici, soprattutto quelli per la comunicazione è onnipresente nella società odierna. L’innovazione tecnologica si è versata anche nel campo della CAA con lo sviluppo di una vasta gamma di dispositivi con sintesi vocale (SGD) e, recentemente con applicazioni di CAA.

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Benefici dell’uso della tecnologia in soggetti con bisogni comunicativi complessi: Negli ultimi 20 anni la limitata e unica funzione delle tecnologie CAA è stata rimpiazzata da un vertiginoso numero di dispositivi e applicazioni multi-funzione. Lo sviluppo di dispositivi con sintesi vocale e tecnologie mobili che con le applicazioni CAA offrono nuove possibilità per accedere ad un’immensa funzionalità e interconnetività mai vista prima e, forniscono modi eccitanti per superare molti ostacoli che gli individui con bisogni comunicativi complessi non erano possibile di affrontare, come ad esempio: trovare un lavoro (telelavoro), possono accedere all’educazione online, comprare su internet.

 Le applicazioni per cellulari e altri dispositivi hanno portato la CAA nei diversi contesti, questo comporta una maggiore sensibilizzazione pubblica e una gran accettazione sociale. Queste applicazioni e tecnologie possono essere usate da persone di tutte le età, da bambini a persone anziane.

Le sfide dell’ossessione tecnologica: Molto spesso, purtroppo, sembra che fornire un intervento di CAA sia interpretato come fornire uno strumento tecnologico di CAA, molte volte si assume che l’interveto inizia e finisce con il forni mento di un dispositivo, con un training e supporto limitato alla persona chi usa CAA e i suoi partner comunicativi.

In alcuni casi, le famiglie e professionisti cadono nella tentazione di comprare uno strumento tecnologico di CAA senza le dovute considerazioni dei bisogni e abilità dell’individuo con bisogni comunicativi complessi. È pericoloso che questo strumenti possano essere venduti senza un chiaro senso di come questi possano essere utilizzati per supportare e migliorare la comunicazione.

Senza una attenta considerazione dei bisogni, abilità e preferenze dei soggetti, c’è il grande rischio che lo strumento telefono_senza_fili_con_tabellatecnologico fallisca e che questo fallimento possa fare che i soggetti rifiutino le soluzioni CAA in generale. In questo caso bisogna precisare che non è l’intervento di CAA ha aver fallito, bensì lo strumento usato come strumento.

Spesso, ci si concentra in fornire un solo strumento tecnologico, nonostante i risultati delle ricerche che hanno dimostrato che la comunicazione è un processo multimodale che coinvolge l’integrazione di una gamma di significati, che dipendono dalle intenzioni comunicative, ambienti e partners comunicativi.

Troppo spesso gli interventi si concentrano principalmente in insegnare il funzionamento delle tecnologie CAA piuttosto che insegnare anche le abilità linguistiche, sociali  necessarie per sviluppare le competenze comunicative e partecipare pienamente in un’ampia gamma di ambienti.

 Gli errori risultanti da una sbagliata concentrazione  nella tecnologia possono essere molto problematici per tutti i soggetti che hanno bisogno di CAA, ma, le conseguenze possono essere molto serie per i soggetti più vulnerabili (ad esempio persone con significative limitazioni comunicative e/o cognitive) soprattutto perché non possono comunicarle e affrontarle.

Mettere al primo posto la persona: C’è bisogno di assicurarsi che la valutazione e le attività di intervento siano focalizzate sui bisogni comunicativi della persona che ha bisogno di CAA. L’obiettivo finale è migliorare la comunicazione, fornire mezzi effettivi e efficienti e supporti che permettano alle persone di esprimere bisogni e desideri, lo scambio di informazione, sviluppare relazioni sociali e partecipare nelle routines sociali.

 L’uso della tecnologia non è l’obiettivo finale bensì la comunicazione. Essa è l’essenza della vita, grazie ad essa siamo in grado di interagire con altri e raggiungere il nostro pieno potenziale. La comunicazione è alla base di tutti gli aspetti della vita, essa supporta un maggiore successo educativo, migliora le opzioni di occupazione, una maggiore inclusione sociale e migliora la qualità di vita.  Massimizzare i bisogni comunicativi deve essere l’obiettivo finale e la tecnologia è solo un strumento per raggiungere questo obiettivo.

Le condizioni che dobbiamo seguire per poter usare la tecnologia come un mezzo per raggiungere l’obiettivo di migliorare la comunicazione di soggetti con bisogni comunicativi complessi sono:

  1. I professionisti devono focalizzarsi nell’obiettivo della comunicazione, questo deve essere un piano multi-funzionale.
  2. Questi professionisti devono collaborare con le famiglie e con gli utenti finali per identificare e valutare quelle tecnologie della CAA possono soddisfare i bisogni, abilità e preferenze degli utenti.
  3. I ricercatori e sviluppatori devono assicurarsi che le nuove tecnologie di CAA possano rispecchiare veramente i bisogni e abilità degli utenti.

Assicurarsi che la valutazione e l’intervento di strumenti CAA si concentrino nella comunicazione: Prima di creare un intervento è necessario un’attenta valutazione dei bisogni comunicativi presenti e futuri degli individui. Inoltre, per poter essere effettive, l’intervento deve concentrarsi non solo nella selezione e personalizzazione di sistemi CAA appropriati così come le l’istruzione delle strategie necessarie per massimizzare il linguaggio, l’ abilità sociali e le competenze comunicative. Inoltre, per avere un intervento di successo, bisogna insegnare anche ai partner comunicativi le strategie necessarie e le competenze per sostenere un’interazione con l’utente che ha bisogno di usare CAA con frequenza diaria.

Seguite questo link per leggere la seconda parte dell’articolo:https://www.portale-autismo.it/caa/il-ruolo-della-tecnologia-negli-interventi-caa-seconda-parte/3264.html

Autismo. La legge che non c’è

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Riportiamo un interessante intervento alla trasmissione MELOG su Radio 24 condotto da Gianluca Nicoletti

“Dopo quasi 4 anni dalla pubblicazione delle linee guida dell’ Istituto Superiore  di Sanità manca ancora una legge in Italia sull’autismo, disturbo che è la prima causa di disabilità nel nostro Paese. Cerchiamo di capire le ragioni di questa lacuna e di quello che si sta facendo con il prof.Carlo Hanau, dell’Associazione nazionale genitori soggetti autistici.”

http://www.radio24.ilsole24ore.com/player.php?channel=2&idprogramma=melog&date=2014-02-17&idpuntata=gSLAKk1Yc

 

Segni precoci dell’autismo: utilizzo dell’Eye Tracking

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I bambini con Autismo non solo guardano meno i volti rispetto agli altri bambini, ma tendono a non concentrarsi su aspetti salienti del viso stesso quando le persone parlano, come spiegato da un nuovo studio.
I risultati della ricerca condotta da
gli studiosi della Yale University School of Medicine, apparsi nell‘ uscita di Febbraio della rivista Biological Psychiatry, mostrano come esista una sottile differenza nell’attenzione verso il viso in bambini di sei mesi d’età.
La ricerca riguarda bambini appartenenti gruppi differenti e tutti sono stati sottoposti a compiti d’esplorazione visiva con l’utilizzo dell’eye tracking.
Bambini che mostreranno poi il fenotipo autistico potrebbero avere contemporaneamente difficoltà a focalizzare importanti informazioni sociali a 6 mesi d’età”, afferma l’autore dello studio Frederick Shic. “Ciò ostacolerebbe il precoce sviluppo delle capacità sociali e comunicative”.
Se bambini con alto rischio di sviluppare l’autismo vengono identificati ad un’età molto precoce, potrebbe essere possibile agire per implementare il loro sviluppo sociale”, commenta Alycia Halladay, direttore del dipartimento di Scienze Ambientali e Cliniche.
Dr. Shic è parte del Autism Speaks Baby Sibilings Research Consuntorium (BSRC)
. Il BSRC raggruppa team di ricerca con lo scopo di individuare i predittori precoci dell’autismo.
Nel loro nuovo studio è stato utilizzato l’eye tracking per mappare i movimenti oculari di 99 bambini. Alcuni bambini erano categorizzati come “ad alto rischio”. Altri bambini invece appartenevano a famiglie senza storie d’autismo.
Nell’esperimento i bambini guardavano 3 video: nel primo guardavano facce immobili, nel secondo facce espressive mentre nel terzo dovevano guardare facce di persone impegnate a parlare. Due anni e mezzo dopo
alcuni bambini ricevevano una diagnosi d’autismo.
I bambini che avrebbero poi ricevuto la diagnosi di ASD, fissavano di meno rispetto agli altri le facce presentate. Questo gruppo di bambini guardava anche molto meno in relazione agli altri gli occhi e la bocca delle facce delle persone che parlavano.
É importante
sottolineare che i visi delle persone offrono importanti informazioni sociali.
La diagnosi viene effettuata solitamente non prima dei due anni di vita.
Questo studio aggiunge ulteriori importanti informazioni relative al già corposo ammontare di studi relativi ai precoci deficit attenzionali nell’autismo.

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Babies who later developed autism looked less at scenes containing faces of people speaking than did other infants (left). When they did look at speaking faces, these babies tended to look away from important inner features such as the mouth and eyes (right). asd = later diagnosed with autism. hr-atyp = high-risk baby sibling with atypical development (some signs of autism). hr-typ = high-risk baby sibling with typical development. lr-typ = low risk baby with typical development. Figures from Shic et al 2014.

Riferimento in lingua inglese:

http://www.autismspeaks.org/science/science-news/autisms-subtle-early-signs-more-findings-infant-eye-tracking?utm_source=email&utm_medium=text-link&utm_campaign=sciencedigest

 

 

Autismo, nuove prospettive per la diagnosi dalla forma dei globuli rossi

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La diagnosi precoce dell’autismo potrebbe essere più vicina. Questo grazie ad uno studio realizzato da un team multidisciplinare dell’Azienda ospedaliera universitaria senese e dell’Università appena pubblicato dalla rivista Mediators of Inflammation.

Gli studiosi hanno 15 bambini autistici, 15 bambini sani come gruppo di controllo e 15 bambini con differenti malattie neuropsichiatriche non autistiche da cui sono emerse indicazioni ritenute interessanti.

«Utilizzando un microscopio elettronico a scansione – spiega il dottor Joussef Hayek, direttore di neuropsichiatria infantile – abbiamo scoperto che i globuli rossi dei bambini autistici hanno una forma ellissocita, somigliante cioè a una foglia di olivo invece dell’aspetto normale di disco biconcavo. Inoltre una proteina estremamente importante per la forma di tutte le cellule, la beta-actina, risulta carente o quasi assente nelle membrane dei globuli rossi dei pazienti autistici, in parte in conseguenza a stress ossidativo».

Risultati che secondo Hayek «aprono nuovi orizzonti di speranza nella diagnosi precoce dell’autismo e nella comprensione dei meccanismi della malattia, dato che, fino a oggi, la diagnosi di autismo è stata basata solo sull’osservazione clinica, ossia sul disturbo della comunicazione verbale e non verbale, difetto di relazione e difetto d’immaginazione e imitazione».

da La Stampa del 14-02-2014

Maggiori informazioni su http://www.ao-siena.toscana.it/Dip_salute_mentale/neuropsi_infantile.htm

Articolo presso                http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3880759/

Calendario Angsa 2014

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Per il terzo anno Angsa propone un Calendario.

Il Calendario che raccoglie le opere di persone grandi e piccole con autismo incontra sempre maggiore gradimento. Prima di tutto sono gli  autori dei dipinti che sono grati di essere valorizzati. Le famiglie espongono con orgoglio la pubblicazione.

Il Calendario Angsa è un oggetto da collezione data la sua esclusività e le richieste di avere una copia aumentano progressivamente.
Ogni pagina presenta un dipinto eseguito da bambini, ragazzi e adulti con autismo.
Le ammirevoli riproduzioni eseguite da persone con autismo da tutta l’Italia, ammaliano inevitabilmente l’osservatore qualcuna per il ritmo dei colori qualche altra per la ricerca del particolare o semplicemente per l’insieme delle tinte, talvolta vivaci o acquerellate ma sempre in grado di suscitare un’emozione profonda soprattutto se si conosce il vissuto dal quale sono scaturite.
Il messaggio che riceviamo è forte e ci manifesta un grande impegno e una sensibilità che dobbiamo cercare di onorare, rispettare e gratificare.
Il Sig. Giancarlo Bizzotto ci ha regalato una presentazione del nostro Calendario Angsa 2014 e consigliamo a tutti di vederla e di inviare il link ad amici e contatti.
La conoscenza crea cultura e rispetto, la condivisione dà forza e motivazione.

Se desiderate non mancare all’appuntamento con il Calendario Angsa Nazionale per il 2015, e volete contribuire alla tutela delle persone con autismo, potete prenotarlo a:

contatti

Ricerca: farmaci diuretici eliminano i sintomi autismo nei topi

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I ricercatori dell’Istituto Mediterraneo di Neurobiologia a Marsiglia hanno scoperto un fondamentale meccanismo all’origine dell’autismo e hanno e sono riusciti ad eliminare il disturbo in topolini malati dando loro un farmaco (diuretico) che ripristina il meccanismo disfunzionale.
In uno studio, pubblicato su Nature, gli scienziati francesi hanno  dimostrato che è cruciale nella genesi dell’autismo la presenza nei neuroni di un eccesso di ione cloruro e che è possibile far rientrare i sintomi della malattia correggendo questo difetto sia al momento del parto trattando la topolina gravida con diuretici, sia nei topolini autistici stessi.
Ossitocina fondamentale nell’eliminare il cloruro in eccesso – Gli scienziati hanno anche scoperto che l’ormone del parto, l’ossitocina, svolge un ruolo importantissimo nell’eliminare il cloruro in eccesso. La ricerca prende le mosse da un’osservazione clinica dello stesso gruppo francese che nel 2012 aveva osservato come alcuni sintomi dell’autismo si controllano somministrando ai bambini dei diuretici. Ovviamente si trattava di un’osservazione tutta da spiegare. Questo nuovo studio fa luce sul meccanismo.
Disturbo corretto con un farmaco diuretico – Per cominciare gli esperti hanno compreso in una serie di esperimenti su topi che i neuroni del feto sono pieni di alte concentrazioni di cloruro e che ciò è fondamentale per lo sviluppo del cervello; il cloruro non serve più alla nascita ed è normalmente rimosso al momento del parto. Nei topolini autistici però la rimozione non avviene e i neuroni restano pieni di cloruro. Poi i ricercatori hanno compreso che è l’ossitocina che al momento del parto invia dei segnali per ridurre il cloruro nei neuroni. Tutto questo Secondo gli esperti, i risultati dello studio possono gettare le basi per nuove terapie per l’autismo.

 

ARTICOLO ORIGINALE IN LINGUA INGLESE

900,000 Fb friends – Quando Facebook si sensibilizza…

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coliniseleven

Dal mondo dei social media molto spesso emergono notizie di bullismo e soprusi. Non è sempre così, e quando ciò accade è un piacere pubblicizzarlo il più possibile.

Ecco la storia di Colin è un  bambino del Michigan che il 9 marzo prossimo compirà 11 anni. Colin ha la sindrome di Asperger e come riporta la madre a scuola non ha amici. Colin infatti seppur volendo fatica a far amicizia, per questo, sua mamma Jennifer ha creato una pagina facebook per sostenerlo e incoraggiarlo, sorpresa,  in pochi giorni ha ricevuto migliaia di likes. A raccontare la storia è stata mamma Jennifer, che ha avuto la splendida idea di creare una pagina facebook “Happy Birthday Colin” dedicata a suo figlio:

Sono la mamma di Colin, ho creato questa pagina per il mio fantastico, meraviglioso e coraggioso figlio che compirà 11 anni il prossimo 9 marzo. A causa delle sue disabilità, le capacità di interazione con i compagni non sono eccezionali e agli altri ragazzini lui non piace. Quando gli ho chiesto se volesse organizzare una festa mi ha risposto che non ce n’era motivo, visto che non ha nessun amico. Mangia da solo a pranzo perché nessuno vuole stargli accanto e, piuttosto che forzare gli altri e imporre la sua presenza, spesso decide di restarsene in classe durante la pausa pranzo. Ho pensato quindi di creare una pagina in cui le persone possano inviargli dei pensieri positivi, che possano incoraggiarlo: sarebbero meglio di qualsiasi festa di compleanno. Per favore, unitevi a me e aiutatemi a rendere speciale il compleanno di mio figlio.

Il suo appello  ha raccolto più di 90.000 likes a pochissimi giorni dalla creazione della pagina. Da qualche ora è iniziato anche il “conto alla rovescia”: manca un mese al compleanno di Colin e, come mamma Jennifer racconta in un video in cui appare con la seconda figlia, Ella, non si aspettava una tale partecipazione da parte del mondo di Fb. Migliaia gli auguri sul web e decine di lettere sono state inviate a casa del bambino che compirà 11 anni il prossimo 9 marzo e troverà, a sorpresa, milioni di auguri provenienti da tutto il mondo.
https://www.facebook.com/Coliniseleven

 

 

Bambini in difficoltà, che fare?

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La Circolare 338 (4 febbraio 2014) del Dipartimento Istruzione del MIUR, sta suscitando pareri opposti riguardo la possibilità di posticipare l’ingresso alla scuola primaria.
Riportiamo quanto emerso.
Deroga all’obbligo scolastico di alunni adottati. Indicazioni.

 

Si informano le SS.LL. che, con nota prot. n. 7193-C27g del 29 maggio 2013, l’ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha rappresentato sia alla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica sia alla Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione di questo Ministero, una situazione di particolare criticità relativa all’iscrizione scolastica di un minore adottato giunto in Italia da 12 mesi e di circa 6 anni di età.

Nello specifico, si richiedeva per il suddetto alunno la possibilità di deroga all’obbligo scolastico, alla luce del livello di sviluppo cognitivo e socio-affettivo da esso raggiunto, come rappresentato nella documentazione prodotta dai Servizi territoriali e dall’Ente Autorizzato che aveva curato l’adozione e che sosteneva la famiglia nella richiesta.

Occorre ricordare che nell’attuale ordinamento normativo la deroga all’obbligo di istruzione, che consente la permanenza nella scuola dell’infanzia oltre il compimento del sesto anno di età, è prevista esclusivamente per gli alunni con disabilità. Si richiama, a tal proposito, la Circolare Ministeriale n. 235 del 5 settembre 1975, che cita infatti: «[…] avuto riguardo alle attribuzioni e ai compiti del collegio degli insegnanti in generale […] e del collegio, in specie, delle insegnanti di scuola materna […], si demanda a tale organo, con la partecipazione degli specialisti aventi compiti medico e socio-psico-pedagogici, di decidere dell’iscrizione di bambini handicappati che abbiano superato il sesto anno di età».

Allo stato attuale, è evidente che la discriminante tradizionale – alunni con disabilità / alunni senza disabilità – non è esaustiva rispetto alla realtà delle nostre classi in cui, tra l’altro, i bambini adottati provenienti da altri Paesi rappresentano ormai una componente considerevole. Secondo i dati statistici della Commissione Adozioni Internazionali, solo nel 2012 sono arrivati in Italia 3.106 bambini e bambine con un’età media di circa 5 anni e 11 mesi. L’inserimento nel sistema di istruzione italiano di questi alunni può comportare elementi di criticità alla luce, in particolare, del vissuto e delle specificità proprie di tali minori. La Direttiva del 27 dicembre 2012, che enuncia gli strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali, e la conseguente Circolare applicativa n. 8 del 6 marzo 2013, hanno rivisitato ed ampliato il modello italiano di inclusione scolastica, evidenziando che «ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare bisogni educativi speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta».

In ogni classe, pertanto, possono esservi alunni che necessitano di una speciale attenzione, non solo per la presenza di deficit, ma anche per ragioni di svantaggio sociale, economico, linguistico, culturale, situazioni queste ultime che possono riguardare l’oggetto della presente circolare.

Alla luce di quanto sin qui esposto, sia la D.G. per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica, con nota prot. n. 3369 del 18 giugno 2013, sia la D.G. per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione, con nota prot. n. 5126 del 30 luglio 2013, hanno dato esito positivo al quesito posto dall’USR per il Veneto in merito alla possibilità di posticipare di un anno l’iscrizione alla scuola primaria del minore adottato, previo accordo con la famiglia e con le competenti figure istituzionali e professionali.

La possibilità di operare in tal senso trova i propri fondamenti normativi nell’articolo 114, comma 5, del decreto legislativo n. 297/1994 recante il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, nonché nella Legge 176/1991 di ratifica ed esecuzione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, stipulata a New York il 20 novembre 1989, secondo cui l’interesse superiore del minore è il fine prioritario da perseguire.

Si invitano, pertanto, le SS. LL. a porre in essere gli strumenti e le più idonee strategie affinché gli organi collegiali competenti, qualora si trovassero in presenza di situazioni affini a quella sopra descritta, prestino la massima attenzione esaminando il caso con sensibilità e accuratezza e, laddove risultasse necessario, ricorrendo anche a specifiche professionalità esterne alla scuola.

Solo a conclusione dell’iter sopra descritto, inerente casi eccezionali e debitamente documentati, e sempre in accordo con la famiglia, il Collegio dei Docenti potrà assumere la decisione di posticipare l’iscrizione alla scuola primaria, consentendo pertanto al minore che ha già compiuto i sei anni di età la permanenza per un altro anno nel la scuola dell’infanzia.

Una delle voci più importanti è stata la Handicap),tramite Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH. Questa ed altre proteste, nel giro di qualche giorno, sono stata accolte dal Dipartimento per l’Istruzione del Ministero, il cui responsabile Luciano Chiappetta ha diffuso il 10 febbraio la successiva NOTA 403, che riporta:

Oggetto: Deroga all’obbligo scolastico di alunni adottati.
Si fa seguito alla nota prot. n. 338 del04.02.2014 nella quale venivano fomite indicazioni circa eventuali deroghe all’obbligo scolastico di alunni adottati. A tal proposito, in considerazione dei numerosi quesiti pervenuti allo scrivente che rendono necessario un ulteriore approfondimento sulla delicata materia trattata, si invitano le SS.LL. a sospendere temporaneamente tutte le evenfuali aziom intraprese o in corso di programmazione in attuazione della nota anzídetta. Sarà cura dello scrivente emanare una ulteriore e definitiva nota di chiarimento.

La sindrome di Angelman – International Angelman Day

Angelman Day

Giornata Internazionale della Sindrome di Angelman
15 Febbraio 2014 Giornata informativa Istituto scientifico Ospedale San Luca , Milano .
Interverranno anche:
la Dr.ssa Aurelia Rivarola e il Dr. Alessandro Chiari Centro Benedetta d’Intinodi Milano su:

“La storia della Comunicazione Aumentativa e Alternativa e la Sindrome di Angelman”

 

PDF –> http://www.sindromediangelman.org/new/sites/default/files/140215-sindrome-di-angelman-international-day.pdf

La Radio Magica per le disabilita’ dei bambini

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Questa è la storia di una radio magica, con i superpoteri dei supereroi, come gli spinaci per Braccio di Ferro. Una radio che si guarda, emittente per l’autismo e le altre disabilità. E’ capace di far sognare tutti i bimbi che l’ascoltano, anche quelli che non possono sentire. Trasmette storie, canzoni e mille avventure sonore e anche in Lis, il linguaggio visivo dei segni per i sordi.
Radio Magica
Sta sul web. Si connette all’indirizzo www.radiomagica.org e ha un palinsesto ogni giorno differente dalle 7 alle 19. E’ il frutto della caparbietà coraggiosa di una mamma-imprenditrice, che da quando è nato Enrico, il primogenito affetto da una malattia genetica rarissima, ha messo sottosopra la sua vita. Si è votata a lui, ha sfruttato le sue capacità di studiosa di Marketing Internazionale, Innovazione e Reti d’Impresa e ha trasformato una disabilità grave in un’opportunità: un progetto di ricerca che abbatte le barriere dell’incomunicabilità (tra gli «speaker» dell’emittente ci saranno presto, se si trovano le risorse, anche ragazzi autistici).

«L’idea di una radio per tutti i bambini con disabilità e non mi è venuta mentre ero in vacanza, immersa nello splendido mare di Macari, in Sicilia, guardando mio figlio Enrico che all’epoca aveva 7 anni (oggi 11, ndr), con le cuffiette dell’iPod nelle orecchie. Rideva sotto l’ombrellone, ascoltando l’audiolibro de “La Fabbrica di Cioccolato”», spiega Elena Rocco, ricercatrice presso il Dipartimento di Management all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Prima di diventare mamma era lanciata, come dice lei, «ai mille all’ora nello scintillante mondo dell’accademia, dopo un post dottorato in America in Economia». Insomma la ricerca era il suo pane e la sua ragione di vita. 

Ma il destino non sai mai cosa ti riserva. Lancia treni a tutta velocità che intercettano la tua rotta, a volte ti travolgono. E allora è lì che bisogna rialzarsi, farsi forza più che si può e accettare la nuova sfida. Per quanto in salita. Per la professoressa Rocco l’anno zero è stata la nascita di Enrico. Per uno scherzo della genetica (un ritardo dello sviluppo che non ha neanche un nome, sconosciute le cure per guarirlo) il piccolo non cresceva come tutti gli altri bambini. «Un amico scrittore lo ha definito “disabile intellettuale” – continua la mamma -. Gli piacciono i libri, ma non riesce a leggerli».

Eppure, il contatto con la disabilità ha fatto crescere, giorno dopo giorno, uno splendido giardino fiorito di idee e progetti. Ha bonificato il dolore, la fatica, e ha fatto aguzzare l’ingegno alla mamma: «Enrico a 7 anni avrebbe iniziato la prima elementare. Continuavo a pensare a lui con l’Ipod, a quanto diventava normale, troppo normale, quando ascoltava racconti». Tutto stava nel trovare soluzioni durature per sostituire il testo stampato. L’ispirazione venne dagli audiolibri: «Ho provato a considerare mio figlio come un esperimento, una delle mie ricerche sulle strategie d’innovazione – dice -. Con un team di persone, mi sono messa ad analizzare 250 web radio nel mondo, soprattutto quelle utilizzate nelle scuole straniere, per attività educative».

Ne è nato uno spin off universitario, che il 10 dicembre 2012 avrebbe permesso di inaugurare www.radiomagica.org, il primo portale italiano con web radio e biblioteca online, accessibile a tutti, non solo ai bambini in difficoltà. Un patrimonio gratuito, a disposizione delle famiglie con figli normali o affetti da disabilità, che oggi impegna 8 ricercatori, pediatri e speaker. Ha un vero e proprio studio radiofonico, a Trieste, dentro un’Azienda Sanitaria. «Nel 2012 Radio Magica è diventata una fondazione onlus. Abbiamo avuto un importante aiuto dalla Fondazione Vodafone Italia. La nostra forza -spiega – è di aver messo in piedi un modello di business sociale davvero democratico». Per Radio Magica, la professoressa Elena Rocco ha vinto, lo scorso novembre in Campidoglio, il premio Minerva, per l’imprenditoria sociale d’Italia.

Già 20 case editrici hanno deciso di partecipare alla creazione della magia radiofonica per tutti. Il progetto è seguito da Nati per Leggere, Nati per la Musica, dalle associazioni nazionali di Pediatria. I soci fondatori sono la Fondazione Paideia Onlus di Torino e l’Università Ca’ Foscari. Acqua, terra, aria e fuoco, insieme ai loro animali, sono i cantori delle storie, della musica, dei programmi di intrattenimento dedicati all’arte, alle lingue, alla cucina, alla vita all’aria aperta. Perfino cinque musei, tra cui la collezione Guggenheim e i Musei Civici di Venezia hanno permesso di realizzare 16 racconti. Il sogno nel cassetto è «un presidio in ogni città della Radio Magica, per un ascolto di qualità e per raccontare le bellezze dei territori ai nostri bambini. Mi auguro che il ministro giusto accolga questo progetto importante per la scuola italiana, che usa bene internet con intelligenza pedagogica ed economica».

Da La Stampa del 11-02-2014

Erogazione contributi per l’acquisto di strumenti tecnologicamente avanzati – Bando 2014

L’ Azienda Sanitaria Locale Provincia di Milano 2, con deliberazione n. 35 del 29.01.2014,  ha predisposto il bando 2014 per l’erogazione di contributi alle famiglie di persone  con disabilità o al singolo soggetto disabile per l’acquisto di strumenti tecnologicamente avanzati ex L.R. 23/99 art. 4, commi 4 e 5.

Sono beneficiarie tutte le persone disabili che vivono da sole o i famiglia senza alcun limite di età e compatibilmente con le risorse disponibili.

Le domande, complete di tutta la documentazione prevista, devono essere presentate inderogabilmente entro il giorno 31 marzo 2014 con una delle seguenti modalità:

consegna a mano presso una delle sedi del protocollo generale della ASLMilano 2:

  • ·         Via VIII Giugno 69 – 20077 Melegnano (da Lunedì a Venerdì 9.00-12.30 – 14.00-16.30)
  • ·         Via Turati, 4 – 20063 Cernusco sul Naviglio (da Lunedì a Giovedì 9.00-12.30 – 13.45-16.10

il Venerdì 9.00-12.30 – 13.45-15.30)

 

spedita per posta con raccomandata R/R, a: ASL Milano 2 Dipartimento ASSI – U.O.C. Solidarietà e Sussidiarietà  – U.O. Fragilità Via Turati, 4 -20063 Cernusco sul Naviglio (Mi)

tramite Pec all’indirizzo: protocollo@pec.aslmi2.it esclusivamente da un dominio certificato personale. Nel caso di invio tramite posta elettronica certificata la domanda e i documenti dovranno essere in un unico formato PDF a bassa risoluzione.

 MAGGIORI INFORMAZIONI E MODULI

Verona, Vicenza, Belluno: bando Cariverona per acquisto ausili tecnologici

Indicazioni relative all’estratto del Documento Programmatico 2014


Termini

Saranno accolte le domande, limitatamente ai soli temi stabiliti dal Documento Programmatico 2014 e riferite alle “progettualità dai territori” con le seguenti scadenze:
Per le “progettualità dai territori” dei seguenti settori di intervento:
 Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa;
 Educazione, istruzione e formazione;
 Arte, attività e beni culturali;
 Assistenza agli Anziani;
 Volontariato, filantropia e beneficenza e Solidarietà internazionale.

INFO 

Autismo: trattare con cura – 3° convegno internazionale CREMA, 7 • 8 febbraio 2014

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Le due giornate, organizzate dalle edizioni uovonero, da Anas Crema Onlus e dall’associazione di promozione sociale Capoverso, intendono fornire a professionisti, insegnanti, genitori ed educatori gli strumenti e le strategie per lavorare sui diversi contesti di vita della persona con autismo. Vogliono inoltre sottolineare il fatto che la presa in carico non è riducibile alla sola terapia riabilitativa ma che prendere in carico signica accompagnare la persona in tutti i suoi ambienti di vita, adattando ed educando l’ambiente ad accogliere una persona con neurodiversità, e sviluppare la consapevolezza del fatto che una prognosi positiva di una diagnosi di autismo non risiede tanto nella gravità della diagnosi stessa ma nella capacità dell’ambiente di adattarsi alla persona.

PER INFO E ISCRIZIONI CLICCA QUI

Squilibrio del rapporto eccitazione/inibizione nell’autismo

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Una popolare teoria unificante relativa alle cause dell’autismo, descritta per la prima volta nel 2003, mostra come il disturbo possa essere parte di uno sbilanciamento tra eccitazione ed inibizione nel cervello, in particolare nei circuiti che governano i processi sensoriali, della memoria e dei comportamenti sociali ed emozionali.

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Fattori genetici e ambientali convergerebbero, in modo differente tra individuo e individuo, producendo uno sbilanciamento nel rapporto eccitazione/inibizione a favore del primo.
John Rubenstein e Michael Merzenich hanno descritto per la prima volta questa teoria in un articolo apparso in Brain and Behavior nel 2003.
L’articolo ha avuto un forte impatto sul modo di concepire le teorie sull’autismo nel campo dei disturbi dello sviluppo, e molte evidenze sono poi state messe in relazione all’idea del disequilibrio E/I.
La teoria di Rubenstein e Merzenich è nata in parte dai report derivanti dallo studio dei ritmi del sonno dei soggetti autistici, dove si può notare come in molti individui ci sia un anomalo andamento nelle onde dell’attività cerebrale rilevate.
Le anomalie delle onde sono indicative di una maggiore eccitabilità, di maggior rumore o di un pattern di attivazione instabile presente nella corteccia cerebrale, la quale è il substrato neuronale delle attività cognitive più elevate.
Lo studio ha fornito ulteriori spunti allo studio della patologia su questo piano d’analisi, infatti numerose ricerche hanno mostrato la compresenza tra autismo ed epilessia in più del 20% dei casi. Inoltre, studi a livello molecolare hanno rafforzato l’iniziale osservazione che alcuni marcatori dei segnali inibitori nel cervello, mediati dal neurotrasmettitore GABA, sono minori in soggetti con autismo. Livelli degli enzimi che sintetizzano il GABA e i recettori nelle membrane cellulari del GABA sono più bassi all’analisi tessutale post-mortem in cervelli di autistici, in relazione ai controlli.

BILANCIAMENTO DEI GENI:

Altri studi simili sostengono l’idea che i geni siano implicati nel bilanciamento dell’attività E/I negli autistici. Ad esempio variazioni nell’area dei cromosomi che codifica per i recettori GABA sono collegati con l’autismo. Lo stesso vale per le variazioni nei geni che controllano lo sviluppo dei neuroni eccitatori o inibitori, la migrazione degli stessi e la loro connettività. Alcuni geni codificano per la capacità di creare sinapsi, altri per le proteine che regolano l’espressione del DNA e altre ancora per gli enzimi e le proteine di struttura. Molte altre proteine sono anche presenti nelle sinapsi o controllano il loro funzionamento e sviluppo. Queste molecole sono parte dei network cerebrali e sono regolate dall’attività cerebrale stessa. Il risultato di tutte queste evidenze è che mutazioni a questi livelli interferiscono nel processo nel quale l’esperienza proveniente dall’ambiente va a modificare le sinapsi e quindi il cervello.
Gli autori dello studio, oltre che a descrivere i cambiamenti a livelli molecolari, cercano di spiegare come i fattori ambientali possano essere collegati ad uno sbilanciamento a livello del rapporto fra eccitabilità ed inibizione.
L’ Ipereccitabilità nelle regioni sottostanti ai processi sensoriali di base potrebbero spiegare le forti reazioni negative che certi individui con ASD mostrano di fronte a lievi stimoli uditivi, tattili o visivi. Rubenstein e Merzenich mettono in luce gli esperimenti in corso sul sistema uditivo dei roditori, dove l’esposizione a forti suoni durante i periodi critici dello sviluppo cerebrale potrebbero danneggiare la formazione delle mappe corticali del suono. Tali mappe sono diverse distribuzioni di neuroni che codificano diversi tipi di suoni, dunque nella corteccia uditiva potrebbero essere sovrarappresentati certi suoni piuttosto che altri.
Poiché i circuiti corticali maturano in ordine gerarchico, un difetto nello sviluppo dei circuiti primari potrebbe produrre gravi cambiamenti nelle funzioni di alto livello, come nel linguaggio e la socializzazione.
Nel sostenere la loro teoria, gli autori citano uno studio eseguito sui topi dove, alterando la sintesi del GABA (uno degli enzimi che pare essere ridotto negli individui con ASD) , si ottengono anormalità negli interneuroni della corteccia cerebrale simili a quelle riscontrate in soggetti autistici.

DALLE CELLULE AL COMPORTAMENTO:

Studi nei quali si studiavano la sindrome di Rett e la sclerosi tuberosa hanno mostrato come la perdita dei trigger nei neuroni GABAergici può da sola riprodurre molti dei sintomi neurocomportamentali di una delezione completa di tali neuroni.
L’articolo qui descritto fa riferimento a molteplici studi a sostegno che la strada battuta dagli autori sia prolifica per quanto riguarda la ricerca sull’autismo.
Gli autori stessi sostengono anche che molto è stato fatto dall’articolo di Rubenstein e Merzenich e che molti contributi sono stati spesi per capire come i segnali inibitori contribuiscano al funzionamento dei circuiti neuronali corticali.
Gli autori portano esperimenti scientifici a favore della tesi del deficit di bilanciamento E/I nel disturbo autistico, ma ricordano anche che non bisogna trarre subito conclusioni certe che potrebbero confondere o ingannare la ricerca futura in questo campo.
I passi successivi dovrebbero essere rivolti in direzione della ricerca di un metodo efficace per portare ad un riequilibrio tra eccitazione ed inibizione neuronale tramite sostanze appropriate.
Questo articolo mostra ancora come la ricerca sull’autismo in tutti i campi possa proporre e portare contributi originali ma importanti verso una conoscenza sempre maggiore del Disturbo dello Spettro Autistico.


Parizad M. BilimoriaTakao K. Hensch26 February 2013

Articolo in lingua inglese: http://sfari.org/news-and-opinion/classic-paper-reviews/2013/the-2003-paper-proposing-signaling-imbalance-in-autism

Autismo e comunicazione: il calendario 2014 della Costituzione italiana in simboli CAA

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Questo progetto nasce dalla volontà della scuola media Federico Halbherr di Lizzana (Rovereto) di aiutare chi ha bisogno. Già l’ anno scorso 2012/2013 è stato elaborato un calendario il cui ricavato è servito per finanziare una scuola terremotata di Novi di Modena in Emilia Romagna. (“Con il ricavato del calendario, noi ragazzi della IIE della scuola media Federico Halbherr di Lizzana, vogliamo aiutare i nostri compagni di Novi di Modena a risistemare la loro scuola, distrutta dal terremoto”)
Il nostro progetto  vuol essere un gesto di solidarietà e cooperazione verso il prossimo: il suo significato può essere rappresentato  dall’immagine di un ponte che collega due realtà diverse, ma con uguali valori che portano alla comprensione e all’ascolto dell’altro. Abbiamo pensato perciò di gemellarci alla IIC di Novi per sostenere ragazzi come noi, che  in questo delicato momento hanno bisogno di non essere dimenticati. Si ringraziano la Cassa Rurale di Lizzana per il sostegno economico e la collaborazione, la Cooperativa “Il Ponte” per la parte tipografica e la sollecita tempistica, tutti i professori della IIE in particolare la prof.ssa Mariarosa Franchi, la prof.ssa Maria Monica Benedetti, la prof.ssa  Cristina Zanoni e il prof. Trentini, come collaboratore esterno, per l’ideazione; il prof. Mattia Giuliani per la parte informatica, la prof.ssa  Carlotta Montagna  e la prof. Lo Noce per la parte grafica, l’assistente educatore Raffaele Ettrapini per la traduzione dei testi nella comunicazione aumentativa alternativa, infine la nostra Dirigente Francesca Carampin per aver creduto  in noi)
Quest’anno, invece, il ricavato servirà a finanziare i progetti dell’associazione Athena di Rovereto . Il calendario realizzato si basa sui dodici princìpi fondamentali della Costituzione Italiana. Argomento delicato e anche importante per la formazione della coscienza del cittadino, quindi fondamentale per noi ragazzi che ci stiamo preparando a diventare adulti responsabili. Il progetto è suddiviso in diverse fasi, per prima cosa ogni classe ha analizzato in maniera dettagliata due o tre articoli, in seguito si è  riflettuto assieme all’insegnante l’elaborazione del prodotto per la realizzazione dei disegni.
Contemporaneamente il prof. Grazioli ha progettato la struttura grafica del calendario.
Infine, la classe III E, con la prof.ssa Mariarosa Franchi e con l’ausilio del prof. Ettrapini, ha lavorato per produrre in C.A.A. (Comunicazione Aumentativa Alternativa) gli articoli, affinché tutti i ragazzi autistici o con difficoltà comunicative riuscissero a capirlo. Il processo di simbolizzazione è stato realizzato in piccoli gruppi, ogni gruppo aveva un articolo che, dopo averlo letto attentamente, doveva trovare le parole chiave da tradurre in simboli con la scelta dei simboli stessi.  E’ stata svolta una vendita del calendario alle udienze generali della nostra scuola e ai mercatini di Natale di Rovereto, per questo motivo ringraziamo il Comune che ci ha concesso la possibilità di parteciparvi e la la nostra Dirigente Francesca Carampin per averci dato la possibilità di realizzare il progetto.

Se interessati a prenotare una copia del calendario al costo di euro 10, potete compilare il modulo sottostante:

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