Arriva dall’America, più precisamente dal Kaiser Permanente Division of Research della California del Nord un nuovo studio sulla correlazione tra Autismo e insorgenza di malattie mediche o psichiatriche in soggetti con Diagnosi dello Spettro Autistico(ASD) in età adulta.
Le cause di questo sembrano essere dovute principalmente all’interferenza, dettata da un deficit relazionale che porta ad isolamento sociale, nell’apprendimento di un modello di vita considerato “sano”; insomma tutte le informazioni trasmesse dalla società riguardo l’importanza di un’alimentazione bilanciata o all’importanza degli esercizi fisici e come questi vadano ad influire sulla qualità della nostra vita. Una scarsa interazione sociale porta le persone con autismo a presentare un ritardo nell’apprendimento di questi modelli con un conseguente aumento dell’incidenza di situazioni patologiche derivate.
L’epidemiologa Lisa Croen, ricercatrice presso il Kaiser Permanente della California del Nord ha presentato i suoi risultati al Meeting Internazionale per la ricerca per l’Autismo (IMFAR).
La Dott.ssa Croen e colleghi hanno revisionato i referti medici di più di 2.5 milioni di adulti, ne sono stati presi in esame 23188: di cui 21.080 adulti sani (gruppo di controllo) e 2.108 con ASD (di cui 683 donne). Dati provenienti dal programma sanitario del “Kaiser Permanente Northern California” in un periodo di tempo che va dal 2008 al 2012.
Risultati
Negli Adulti con ASD si è notato un livello generale maggiore di insorgenza di condizioni patologiche sia meno comuni (come ad esempio disturbi dell’alimentazione, lesioni da caduta, disturbi della visione e dell’udito, osteoporosi e arresto cardiaco) sia più comuni come depressione, ansia, disturbi dell’umore.
I risultati inoltre mostrano che il gruppo di autistici presentano insorgenza di condizioni mediche e psichiatriche maggiori rispetto al gruppo di controllo mentre per quanto riguarda le donne con autismo: le malattie autoimmuni, asma e allergie sono del 20-30% maggiori, alcool fumo e abuso di sostanze invece presentano un’incidenza che sembra essere addirittura il doppio.
Fonte immagine : Lisa Croen, Kaiser Permanente Division of Research
Parola all’esperto
“Questi risultati sembrano dimostrare che i problemi associati ad autismo non scompaiono con l’età” commenta il pediatra dello sviluppo Paul Wang, “[…]loro hanno bisogno di essere indirizzati verso uno professionista specializzato in trattamenti di patologie per adulti con autismo, come abbiamo imparato ad indirizzare i bambini nel nostro Autism Speaks ATN (Autism Treatment Network)”.
Riporta inoltre che è necessario che la sanità faccia dei passi avanti nella conoscenza di questa malattia, nella conoscenza dei bisogni di adulti e che vi sia affiancata una campagna di sensibilizzazione su come comunicare con questi pazienti così vulnerabili.
La Dott.ssa Croen continua dicendo che “bisognerebbe enfatizzare l’importanza delle linee di sviluppo necessarie per creare un continuum tra cure sanitarie pediatriche e riservate alle persone adulte per persone affette da ASD”.
Dai dati emersi sembra necessario che il servizio di prevenzione e sensibilizzazione per persone con autismo non dovrebbe limitarsi alla sfera medica, ma bensì essere ampliato prendendo in considerazione anche gli aspetti sociali quotidiani di queste persone in modo da poter garantire loro un supporto in termini di servizi sociali, impiego, educazione, comunità e famiglia perché insieme queste componenti giocano un ruolo fondamentale nella salute di queste persone.