Mettere le persone al primo posto: Ripensare al ruolo della tecnologia negli interventi di C.A.A.
Janice Light e David McNaughton
2° parte
Assicurare un adattamento appropriato Persona – Tecnologia: Il processo di “feature matching” è riconosciuto come componente chiave della valutazione e del piano di intervento della CAA. Attraverso questo processo il team deve valutare le abilità e preferenze dell’utente, considerando il suo ambiente e i suoi bisogni comunicativi, definendo le caratteristiche necessarie delle tecnologie CAA (rappresentazione del linguaggio, display, feedback, metodi di accesso, ecc.,) per poter abbinarle nel migliore dei modi all’utente finale.
Scegliere una tecnologia CAA per la sua popolarità o per la familiarità che il professionista ha con essa può portare a un adattamento persona–tecnologia non ottimale. Questo può implicare diversi svantaggi per l’utente, che in questo caso, si vede forzato ad adattarsi alla tecnologia scelta e sostenere l’onere di costi addizionali e sostanziosi.
Questi costi di apprendimento sono maggiori quando si devono imparare delle abilità operazionali necessarie per usare la tecnologia scelta, come ad esempio i layout, l’organizzazione, le tecniche di selezione che non sono adatti alle abilità e bisogni degli utenti finali.
Assicurarsi che le nuove tecnologie CAA massimizzino le interfacce Uomo-Computer: Esistono diverse tecnologie CAA in grado di adattarsi ai bisogni delle persone con deficit comunicativi. Con le nuove innovazioni nasce la necessità di costruire migliori strumenti tecnologici CAA e aumentare l’attenzione nella progettazione di interfacce che possano massimizzare le prestazioni degli utenti.
Norman dà un’idea della mancanza di considerazione dei fattori umani quando descrive la curva di progettazione di molte innovazioni tecnologiche. Inizialmente, i primi strumenti tecnologici erano sprovveduti e gli sviluppatori cercavano soluzioni innovative per i problemi complessi di progettazione. Ma, se questi strumenti tecnologici godevano di un’adozione diffusa, era molto difficile di rimpiazzare i vecchi progetti con sistemi più efficienti (un esempio è la tastiera QWERTY, essa non gode di un design ottimale per la scrittura ma attualmente è molto diffusa). In alcuni casi i progetti iniziali sono stati migliorati tenendo maggior considerazione dei fattori umani, purtroppo, in molti casi sono state aggiunte delle funzioni che hanno reso più complessi i diversi sistemi e hanno aumentato sia la richiesta cognitiva che la difficoltà dei compiti il che comporta l’abbandono del sistema; ad esempio l’80% di applicazioni scaricate vengono disinstallate dopo il primo uso.
Le persone senza disabilità possono scegliere di sforzarsi e imparare ad usare un’interfaccia o abbandonare l’applicazione. Una persona che necessita di qualche sistema CAA può avere a disposizione poche opzioni per andare in contro ai propri bisogni comunicativi. Per queste persone, la mancanza di attenzione nei fattori umani durante la progettazione di strumenti tecnologici può significare la creazione di barriere insuperabili soprattutto per ottenere competenze operative e una comunicazione efficace.
Attualmente molte applicazioni per CAA riprendono i progetti originali della comunicazione aumentativa alternativa (libri dei simboli, schede, pecs, ecc). Recentemente i ricercatori e sviluppatori si stanno chiedendo se esistono dei modi alternativi per progettare tecnologie CAA che possano andare in contro, nel migliore dei modi, ai bisogni e alle abilità dei soggetti con bisogni comunicativi complessi e migliorare i processi comunicativi. Di conseguenza bisogna ripensare alla progettazione di tecnologie CAA per assicurarsi che le rappresentazioni, organizzazioni, layout, tecniche di selezione e output possano riflettere i bisogni e abilità per quelli che le usano.
Uso di sfondi colorati nelle visualizzazioni a griglie: Nello sviluppo di tavole di comunicazione non elettroniche gli specialisti iniziarono a classificare i simboli per le caratteristiche in comune e ad utilizzare sfondi colorati per evidenziare questi raggruppamenti (ad esempio usare uno sfondo giallo per le persone, verde per le azioni) in modo da facilitare la costruzione di messaggi più complessi. Infatti, l’uso dello sfondo colorato è diventato una pratica diffusa in questo settore.
In una ricerca recente Wikilson e Coombs hanno provato che lo sfondo colorato non migliora l’ accuratezza e la velocità di localizzare i simboli per bambini con sviluppo tipico di 5 – 6 anni e che impedisca le prestazioni di bambini più piccoli a comparazione delle griglie senza sfondo colorato. Inoltre, si è verificato che il raggruppamento spaziale (con sfondo bianco) aiuta ai bambini a localizzare meglio i simboli. Le ultime ricerche visive indicano che il colore ha un potente effetto nei processi d’elaborazione percettiva visiva. Gli sfondi colorati possono distrarre i bambini dai contenuti importanti avendo notevoli ripercussioni sulla prestazione dei bambini. Quando ai bambini vengono presentati dei simboli con uno sfondo bianco, essi riescono a concentrarsi solo nell’importanza del simbolo.
Layout verticali e orizzontali: la sfida di determinare un’interfaccia uomo – computer ottimale si estende a tecniche di selezione. La ricerca svolta da Costigan et al., dimostra che i layout organizzati verticalmente diminuiscono le richieste attentive dei bambini, quindi questo tipo di layout permette ai bambini di concentrarsi di più nei diversi compiti di selezione; i layout orizzontali o diagonali sono più dispersivi e allontana lo sguardo dalla linea media dello schermo.
Conclusioni: Non ci sono dubbi che le innovazioni tecnologiche offrono molte opportunità per i soggetti con bisogni comunicativi complessi, includendo livelli di comunicazione e networking che erano impensabili dieci anni fa. Le persone che usano tecnologie CAA le usano oggi giorno per l’educazione, trovare e mantenere un lavoro e partecipare attivamente nella comunità.
Nonostante il fascino delle nuove e potenti tecnologie, esiste il pericolo che le persone con bisogni comunicativi complessi siano costrette ad adattarsi alle richieste tecnologiche. Bisogna assicurarsi che la tecnologia risponda ai bisogni, abilità e preferenze degli utenti finali; inoltre, c’è il pericolo che l’intervento sia limitato solo a fornire il dispositivo senza prevedere il training appropriato e che non sia in grado di massimizzare le competenze comunicative. I ricercatori e sviluppatori devono cercare di evidenziare i processi cognitivi, linguistici, sensoriali e motori dei soggetti con bisogni comunicativi complessi in una vasta gamma di età e disabilità, e poi usare questa conoscenza per indirizzare la progettazione di una nuova generazione di tecnologie CAA che possano rispecchiare le abilità, bisogni e preferenze degli utenti finali e permettano di raggiungere il loro pieno potenziale.
Potete trovare la prima parte dell’articolo qui: https://www.portale-autismo.it/caa/il-ruolo-della-tecnologia-negli-interventi-caa-parte/3251.html