Il diritto allo studio è un principio garantito costituzionalmente. L’art. 34 Cost. dispone infatti che la scuola sia aperta a tutti. A partire dagli anni 70, in Italia si assiste ad un graduale passaggio dal concetto di inserimento a quello di integrazione degli alunni e degli studenti con disabilità nella scuola statale.
Lo sviluppo del processo inteso a promuovere un percorso di inserimento e di integrazione delle persone con disabilità in ambito scolastico viene testimoniato dalla produzione normativa. Tale processo ha avuto come obiettivo quello di dare attuazione ad un “diritto”, ma soprattutto di implementare strumenti, metodi e servizi, che possano favorire la partecipazione sociale e migliorare il rendimento scolastico delle persone con disabilità.
La Legge 104/92, legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili, garantisce il pieno rispetto della dignità umana ed i diritti di autonomia e libertà in ogni ambiente: scuola, famiglia, lavoro e società. Obiettivo dell’integrazione scolastica è lo sviluppo delle potenzialità della persona con deficit nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. La scuola, d’intesa con la famiglia e gli operatori sanitari, compie una puntuale valutazione iniziale attenta allo sviluppo delle potenzialità del singolo. Una vera integrazione si realizza unicamente se al centro dell’attenzione si pongono non soltanto i bisogni della persona con deficit, ma anche i suoi desideri, le sue risorse e le potenzialità nell’ambito dell’apprendimento, della comunicazione, delle relazioni e della socializzazione. Nella scuola si costituiscono le basi per la formazione della persona, della sua cultura, del suo sviluppo cognitivo. L’inserimento e l’integrazione sociale della persona diversamente abile si realizzano mediante provvedimenti che rendano effettivi il diritto all’informazione e il diritto allo studio. Particolarmente importante è il riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai programmi, a linguaggi specializzati, alle prove di valutazione e alla disponibilità di personale appositamente qualificato.
Il nostro progetto (ComuniCAAre) va ad inserirsi proprio come un supporto attivo all’istituzione scolastica, soprattutto a quegli insegnanti di classe o di sostegno che mirano a svolgere lezioni che possano rendere la lezione partecipata anche al bambino/ragazzo con DSA o qualsiasi disabilità comunicativa. La CAA può essere infatti , come riportato in diverse ricerche, un importante supporto per l’inclusione e la partecipazione alla scuola, (Jorgensen, Schuh, e Nisbet, 2006; McNaughton e Bryen, 2007; McSheehan, Sonnenmeier, e Jorgensen, 2009).
La scuola ha un’importanza strategica ,soprattutto con gli studenti con DSA; basta pensare alla notevole quantità di tempo che trascorrono in questo ambiente.Considerando che la durata di un anno scolastico si aggira sui 200 giorni , gli studenti con DSA da 3 ai 18 anni hanno la possibilità di trascorrere fino a 3000 giorni a scuola. Tutto questo tempo trascorso in una struttura adeguatamente preparata a sostenere le necessità e i bisogni del bambino o ragazzo con DSA è un’opportunità irrinunciabile per attuare un’integrazione anche attraverso la CAA.
Gli strumenti di CAA possono essere utilizzati in questi ambienti per contribuire a soddisfare esigenze della comunicazione quotidiana e per cambiare le aspettative sui ragazzi. Luce, Page, Curran, e Pitkin (2007), parlando di design dei sistemi di CAA in età scolare hanno descritto la necessità di essere oltre che in grado di soddisfare molteplici funzioni e di fornire caratteristiche dinamiche per supportare le interazioni sociali, anche strumenti attrattivi per gli stessi compagni, descrivendo l’importanza di decorare e personalizzarli per renderli appunto più appetibili.
Mentre non vi è alcuna evidenza scientifica per sostenere l’impatto di un “fattore di bellezza” del supporto CAA per le persone con DSA, sembra ovvio che la maggior parte delle persone preferisce utilizzare dispositivi di CAA che siano attraenti, potenti e belli anche per il gruppo dei coetanei. L’utilizzo di comuniCAAre nel contesto scuola si rivela cosi oltre che strumento utile di interazione con i compagni e i professori anche veicolo di interesse “positivo” verso lo studente che utilizza la CAA.