18 febbraio 2015. Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger
in onore di questa giornata proponiamo alcune frasi raccolte da “SPAZIO ASPERGER ONLUS” e scritte da persone Asperger:
Per me l´Asperger non esiste. Esistono le Persone asperger. Ci sono Bambini, Ragazzini, Adolescenti, Giovani Uomini e Giovani Donne… asperger. E Uomini e Donne asperger. Ed anche Anziani. Siamo dovunque, a volte riconoscibili, più spesso camuffati. A volte sereni, più spesso sofferenti. A volte camuffiamo il nostro dolore, a volte lo lasciamo trasparire. Potrei essere il tuo compagno di banco, il tuo collega, il tuo vicino, tuo marito, tua moglie…. Da cosa ci riconosci? Dal fatto che percepiamo il mondo in modo un po´ diverso. Di cosa abbiamo bisogno? Di pazienza e curiosità, di conoscerci meglio l´un l´altro, di cuore e mente.
– Michela –
Eccellenza ed eccezione cominciano in modo uguale ma significano due cose diverse. È più bello essere eccellenza piuttosto che eccezione. Eccellenza ed eccezione rappresentano un numero piccolo in confronto a un numero grande. Anche l´Asperger è una condizione che riguarda pochi rispetto a molti. A volte è un´eccezione, altre un´eccellenza. Una delle maggiori difficoltà degli Asperger è il rapportarsi agli altri, che sono di più. Agli altri si assomiglia ma non si appartiene, mentre gli altri fra loro si appartengono e si corrispondono. Da qui emerge la solitudine. La solitudine porta allo scarto e all´abbandono, cioè all´eccedenza, che comincia come eccellenza ed eccezione ma non è né eccellenza, né eccezione.
– Fattore_a –
Prima di essere AS siamo umani, questa è la cosa più importante. Essere neurodiversi presenta dei lati positivi e soprattutto dei lati negativi, ma la parola “diverso” non deve essere una discriminante per chi è “uguale”. Vorrei che le persone ci accettassero per ciò che siamo, cioè degli UMANI che soffrono, amano, si divertono, ma leggermente differenti nel modo di pensare ed agire, niente più e niente di offensivo o lesivo.
– AJDaisy –
Prima ancora di capire come funziona il mondo attorno a noi, abbiamo bisogno di capire come funzioniamo dentro noi. E´ inutile insegnare come fare tante cose con le mani, prima bisogna insegnare ad usare le mani. Se so come usare le mie mani, non avrai più bisogno di insegnarmi a fare le cose perché imparerò da sola. A modo mio però. Lasciami imparare a modo mio ed io ti dipingerò il mondo, anche se lo farò con la mano sinistra. Cioè anche se lo farò in modo diverso od opposto al tuo.
– Anonima –
…Io vorrei che tutto il mondo sapesse che io amo profondamente e che non è vero che non ho mai amato, io amo profondamente, profondissimamente, e NON solo i sassi, le stelle, i numeri e la musica, ma anche le persone; che io provo forti emozioni anche se a volte non so descriverle proprio benissimo; che io non sono una scatoletta chiusa e dentro non ci voglio nessuno ma che semplicemente alle volte dentro alla scatoletta già il rumore del sangue che mi scorre dentro i vasi sanguigni è troppo; che io tutti i miei giorni ma proprio tutti i miei giorni penso alle persone perché voglio capirle e non sbagliare più con esse, ma che nonostante tantissimi miei sforzi a volte mi sento lontanissimo e mi sembrano così difficili e sbaglio allo stesso; che io aiuterò tutti quelli che mi chiedono aiuto senza distinzioni e non mi interessa niente se poi a volte resterò deluso, non mi interessa, io aiuterò; che io mi ricordo di tutte le cose, di tutto tutto ma proprio tutto tutto tutto e dentro la mia mente ho tutto l´universo; che io se sto in silenzio è perché devo fare riposare il cervello, se no va in tilt, e non è perché sono scostante oppure arrabbiato oppure maleducato oppure incurante degli altri oppure penso solo a me stesso, ma è solo che IN QUEL MOMENTO LI IO DEVO pensare a fare riposare il cervello altrimenti fa RURURURURURURURURURURURURURURURU ed è un disastro. (ed anche ora qui sul forum sono in silenzio ma sto facendo riposare il cervello.) E avrei tante altre cose da dire ma lo spazio non è abbastanza e sarebbe antietico occuparne a dismisura, allora finisco dicendo che io non cerco il compatimento, non mi serve: io sarò anche un pò un quadrato, e mi ribalterò, cadrò, mi ammaccherò MA andrò avanti, non mi fermerò MAI, se non al termine del ciclo biologico del mio corpo. Però sarebbe bello se alla fine del mio cammino potessi voltarmi e URLARE che non è vero che non c´è niente da fare, che nulla cambia, che è tutto inutile, che intanto se una cosa è così è così e basta come dicono in tanti, MA che ne è valsa la pena. Perché SEMPRE, ne vale la pena. SEMPRE. …
– Simone –
Immaginate una persona che viva camminando perennemente sull´orlo di un baratro: il viso è concentrato, i muscoli sono contratti e il corpo è pieno di ferite. Ogni movimento può indurre a una caduta e ogni caduta implica il rischio di precipitare per sempre. Il passo appena compiuto non è garanzia per la riuscita del successivo.Per me la vita da persona Asperger è questo: un cammino complesso e faticoso, che richiede ad ogni istante la scelta consapevole di andare avanti. A chi cammina lontano dal baratro vorrei solo chiedere di imparare ad accettare e capire la discrasia, la nota dissonante che io, come molti altri, incarniamo quotidianamente, ammettendo la possibilità che all´interno dei nostri passi ci possa essere molto di più di quello che appare dall´esterno.
– Eunice –
In realtà non è poi così difficile capire cosa significa essere Asperger. Immaginate di essere in un Paese straniero, di cui non conoscete la lingua e di cui ignorate le usanze. Se nessuno vi insegna la lingua e nessuno vi spiega le usanze rimarrete isolati, magari intuirete qualche parola e imparerete qualche modo di fare locale, ma non capirete mai veramente fino in fondo cosa dicono gli altri né saprete mai come comportarvi senza sbagliare e risultare strani e inopportuni. Per un Asperger è la stessa cosa: dobbiamo solo imparare la “vostra” lingua e le “vostre” usanze. Però non possiamo fare tutto da soli, abbiamo bisogno che voi ci insegniate il vostro linguaggio e le vostre convenzioni sociali. Ci vuole un passo, da entrambe le parti, e poi possiamo arricchirci a vicenda.
– Elanor –
Vorrei che chi vede questo messaggio non lo leggesse provando compassione per chi l´ha scritto come per una persona affetta da una grave malattia. Perché forse non è chiaro che gli Aspie non sono malati: immaginatevi dover riservare lo stesso trattamento a coloro che soffrono del disturbo narcisistico, di gravità ben peggiore ma per ovvie ragioni meno nominato. Inoltre vorrei far notare che i media spesso e volentieri confondono l´Asperger con altri disturbi e si divertono ad attribuirli a serial killer e simili. Non è nemmeno vero che gli aspie siano tutti onesti o geniali, quindi vorrei anche che non venisse utopizzato. Rispettateci per quel che siamo, semplicemente. Con pregi e difetti.
– Greekpi –
La sindrome di Asperger non è una malattia, non è una patologia. Sindrome vuol dire ‘insieme di sintomi´. L´Asperger identifica una serie di caratteristiche, è un´informazione in più che descrive una determinata persona. E´ come dire: sono Donna, sono Programmatrice, sono Asperger. Gli Asperger sono tutti diversi tra loro, possono avere tratti in comune, come possono averli anche due donne o due uomini, ma ogni persona è unica. Gli Asperger possono provare emozioni e sentimenti anche di gran lunga più forti di una persona Neuro-tipica, ma senza farli trasparire o senza sapere come dimostrarli. Inoltre molti possono essere tanto onesti che è diverso dall´essere incapaci di dire bugie, l´onestà è un valore non un´incapacità.
– Phoebe: Donna, Programmatrice, Asperger –
Una persona diagnosticabile Asperger non è nata con un numero di problemi maggiore del numero di problemi con cui sono nate tutte le altre persone, ma, in caso di mancata consapevolezza, da parte sua e del suo ambiente sociale, dell´esistenza dei suoi diversi problemi, della natura di questi problemi e delle soluzioni per risolverli, può crescere ritrovandosi con una quantità di problemi maggiore rispetto alle altre persone. L´Asperger è guardare in modo clinico, perciò anomalo ed equivoco, ad un problema educativo e culturale, ma questo modo clinico può avere per ora una sua utilità in attesa della maturazione e diffusione di una cultura della neurodiversità che produca dei modi migliori per evitare queste maggiori sofferenze a chi è diverso ed alla sua famiglia.
– Alessiodx –
Ciao mondo, sono una persona con sindrome di Asperger. Questo vuol dire, mondo, che abbiamo unità di misura differenti. Quando tu mi vedi a un metro da te, sappi che potrei essere distante mille chilometri, o essere vicinissima. Quando tu sollevi un peso e ti sembra una piuma, sappi che per me potrebbe essere una montagna di piombo e quando tu vacilli sotto il macigno che ti porti lì sul collo, come Atlante, per me quello potrebbe essere un petalo di tulipano. Per questo, mondo, una cosa importante ti chiedo: con me, con le persone Asperger, non dare niente mai per scontato. Con noi devi per forza metterci la fantasia, mondo, e questo renderà migliore anche te.
– Aspirina, donna, persona con Asperger –
…è bene informarsi circa questa condizione, l´informazione è vitale perché vige ancora molta ignoranza in merito e ciò a mio avviso è inaccettabile in un mondo che si definisce progredito, perché ci sono tantissime persone, in ogni angolo del pianeta, che ogni giorno si sentono insicure e diverse. So cosa significa sentirsi diverso e non sapere perché, non è una bella sensazione e credo sia meglio iniziare a COMPRENDERE le persone nello spettro per comprendere la loro speciale diversità e permettere loro di sfruttare al meglio le loro potenzialità. Il mio augurio va a tutti gli aspie. Vi auguro di trovare la vostra strada, avere una vita gratificante e non avere difficoltà nella vita
-Darwin-