UmbrellaChallenge: impara più che puoi e lavora con noi – Intervista al dott. Fava

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L’Associazione UmbrellAutismo ONLUS è un’équipe di terapisti esperti sull’autismo in età infantile e li avevamo incontrati all’inaugurazione del Centro per l’età prescolare nel 2014 e quella del Centro Scolare nel 2018.

Abbiamo incontrato il dottor Leonardo Fava, presidente dell’associazione e co-ricercatore per l’ideazione del metodo Umbrella insieme alla dottoressa Kristin Strauss per una nuova sfida: la Challenge di Umbrella.

L’ultima volta che ci siamo incontrati ci avete parlato del progetto PONTE. Come sta procedendo?

Volendo racchiudere la risposta in un unico commento, direi: ce la stiamo mettendo tutta! Il progetto PONTE, progetto finanziato dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, è un progetto a cui teniamo in modo particolare, perché è uno dei progetti che più rispecchia i principi dell’associazione stessa, che da sempre non mira solo a fare terapia con il bambino, ma cerca di intervenire in tutta la realtà che lo circonda, in particolare la scuola e la famiglia. La raccolta dei dati va a gonfie vele e con la seconda fase del progetto che inizierà a breve, potremo già fare delle prime analisi di pre post intevento per valutare i risultati ottenuti. Per ora abbiamo dei riscontri più che positivi da parte delle famiglie, che stanno ricevendo sostegno psicoterapeutico, ma si tratta di scienza e solo con i dati in mano potremmo essere sicuri che stiamo raggiungendo il nostro obiettivo. Per ora, considerando tutte le varie vicessitudini, siamo più che soddisfatti.

Che storia è questa della Challenge?

Direi che l’idea nasce principalmente per due motivi.

Crediamo che poco, molto poco, in questa pandemia si stia facendo per la formazione dei giovani psicologi e terapisti che intendono occuparsi di autismo. Senza nulla togliere ai corsi di formazione (che si stanno facendo in 4 per garantire un buon livello di qualità di formazione) crediamo che questo tipo di professioni abbia bisogno di un investimento diverso, di apprendere dalla relazione e di mettersi in gioco in prima persona.

Poi vorremmo ispirare quei giovani neolaureati che sentono di avere le carte in regola ma che non trovano una situazione in cui mostrare le proprie capacità. Per questo la challenge è rivolta a chi ha, prima di tutto, voglia di competere con sé stesso per capire se ha le carte in regola per inserirsi nel mondo del lavoro in questo ambito.

Nei valori di Umbrella la competizione è sempre di squadra. Le nostre energie vanno rivolte alla qualità, all’eccellenza nel settore. L’etica ci impone di lavorare insieme per affrontare tematiche complesse, come il disturbo dello spettro autistico.

Quindi, in potenza, chiunque partecipa alla challenge può arrivare al traguardo!

Quindi è una specie di gara?

In un certo senso, ci sono una serie di step e il percorso è a sbarramento: se non si supera una prova non si può accedere a quella successiva. Ma non si combatte gli contro gli altri.

È più una sfida con se stessi. Non si tratta solo di mostrare le proprie capacità, ma avere la possibilità di sperimentarsi in un posto di lavoro concreto, con un tipo specifico di disabilità, all’interno di una equipe. Verificare se la propria idea di lavoro in un centro clinico corrisponde alle aspettative.

Ciascuno dei partecipanti può arrivare in fondo. E in questo ben venga collaborare con altri per aumentare la performance personale e del gruppo.

È un investimento sulla propria formazione: 4 mesi, 300 ore per acquisire le prime competenze ed entrare a far parte della squadra. Certo, per la strada del terapista senior ci vorranno altri sei mesi.

Alla fine, questa challenge vuole essere un’opportunità: impara il più possibile da un centro di eccellenza sull’autismo e, se scoprirai che questo è il lavoro per te, otterrai una collaborazione.

In palio c’è il lavoro?

Il lavoro non è un premio, è un diritto, sancito dalla nostra costituzione. Così come i nostri bambini hanno diritto ai miglior trattamenti possibili. E i giovani debbano avere la possibilità di spendersi per la propria aspirazione professionale.

In palio c’è la possibilità di incontrarsi, di crescere insieme, di iniziare una collaborazione in cui tutti vincono.

Per noi questa challenge ha un investimento importante: in termini di Risorse umane, di metodo, di spazi, di tempo. Ma abbiamo fatto della generosità uno stile di vita: eccellenza per noi è guardare al futuro. Più la professionalità nel campo è alta più il servizio offerto garantirà un futuro di maggiore qualità per tutti. #NessunoEscluso 

Quindi chi può partecipare?

Di solito facciamo sempre una selezione in partenza: un tipo di laurea o altri criteri.

Ma con questa challenge vogliamo lasciarci stupire. Accogliamo volentieri tutti i neolaureati, di qualunque settore. Chissà che da un incontro nasca una collaborazione inaspettata e funzionale.

Allo stesso tempo, è probabile che chi afferisce alle discipline psico-sanitarie abbia le carte in regola per arrivare fino alla fine. Ma in questo caso vogliamo lasciarci provocare, e magari farci stimolare nell’apertura di un nuovo servizio costruito intorno alla professionalità e alla buona idea di qualcuno che ha voluto osare. Penso al campo dell’informatica o della statistica per le nostre ricerche. Ma anche il mondo della comunicazione, del found raising o a quanto si potrebbe fare per supportare le famiglie da un punto di vista legale.

Crediamo che ci sia sempre un modo per aiutare.

Quando si inizia?

Entro il 28 marzo si finalizza l’iscrizione con il saldo di 50euro. Il 2 aprile, giornata mondiale di consapevolezza sull’autismo, presenteremo i partecipanti durante una live facebook.
Poi 17-18 aprile formazione teorica ed Esame scritto
40 ore di osservazione ed Esame orale
125 ore di partecipazione alle terapie ed Esame pratico (videoregistrato)
125 ore di organizzazione e supervisione ed Esame finale
Il 7 agosto, con la chiusura estiva del centro, sapremo il responso finale J

Vi aspettiamo!